mercoledì 27 dicembre 2017

E TUTTI FURONO SAZI

 
 
Lectio divina sulla moltiplicazione dei pani

 


1. LECTIO


 


1. Il testo


ü  Gesù si ritira in disparte

ü  Mc: in un luogo solitario Mt: in un luogo deserto

ü  con i suoi discepoli

ü  la folla se ne accorge e li segue cfr. Gv: e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 

ü  Mc: si commosse per loro, perché erano COME PECORE SENZA PASTORE, e si mise a insegnare loro molte cose. 

cfr. Mt: sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

Lc: Egli le accolse [compassione] e prese a parlar loro del regno di Dio[= insegnare] e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 

Gv: Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere [= insegnare] con i suoi discepoli. 

ü  Si fa sera

ü  i discepoli gli si avvicinano pregondolo di congedare la folla perché vadano a comprarsi da mangiare essendo in un luogo solitario/deserto

ü  Gesù risponde: “date voi stessi da mangiare”

ü  l’equivoco: Mc: «Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». => Quanti pani avete?

cfr. Lc: «Non abbiamo che CINQUE PANI E DUE PESCI, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente»

v  la provocazione: Gv: Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 

ü  rispondono: «CINQUE PANI E DUE PESCI»

cfr. Gv: «C'è qui un ragazzo che ha CINQUE PANI D'ORZO E DUE PESCI; ma che cos'è questo per tanta gente?». 

ü  Lc: Ed egli disse: «Portatemeli qua».

ü  fa sdraiare gli uomini come aiuole a terra

ü  sull’erba cfr. Gv. molta erba

ü  Mc: erba verde

ü  Mc: a gruppi di 100 e 50 cfr. Lc: a gruppi di 50

ü  Gv:  Era vicina LA PASQUA, la festa dei Giudei. 

ü  Gesù prende i 5 pani e i 2 pesci

ü  leva gli occhi al cielo

ü  pronunzia la benedizione cfr. Gv: dopo aver reso grazie

ü  Mc – Mt – Lc : spezzò i pani

ü  li diede ai discepoli perché li distribuissero

ü  + Mt e i discepoli li distribuirono alla folla

v  Gv: li distribuì a quelli che si erano seduti,

ü  Mc: e divise i due pesci fra tutti. cfr. Gv: e lo stesso fece dei pesci

ü  tutti mangiarono e si saziarono cfr. Gv: finché ne vollero. 

v  Gv: E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 

ü  portarono via 12 ceste di pani avanzati

ü  Mc: anche dei pesci. 

ü  Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. + Lc: circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

ü  NOTA – Mc: Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. 15 Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». 16 E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane». 17 Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? 18 Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, 19 quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». 20 «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». 21 E disse loro: «Non capite ancora?».

cfr. Mt: Come mai non capite ancora che non alludevo al pane quando vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?». 

12 Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei.

v  Gv: Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero IL PROFETA che deve venire nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

v  Gv:  Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».  Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».  Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».

 Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;  il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».  Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.  Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».

Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.  Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?  È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».

Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 

 


2. Il contesto storico-biblico


 


1. Il cammino dell’esodo e la fame del popolo


La lamentela del popolo: “ci hai condotti nel deserto per farci morire di fame!”

 


2. I pani e la manna


Es 16,4 Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina secondo la mia legge o no.

Sapienza 19,12: poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.

 


3. La prova


Il popolo tenta Dio – Dio tenta il popolo

cfr. appena cominciarono a masticare le quaglie si accese l’ira di Dio

cfr. Le tentazioni di Gesù: cita Dt <<non di solo pane vive l’uomo ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio>>

 


4. Eliseo


2 Re 4,42 Da Baal-Salisa venne un individuo (ragazzo/servo: “picciotto”), che offrì primizie all'uomo di Dio, venti pani d'orzo e farro che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». 43 Ma colui che serviva disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Quegli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: Ne mangeranno e ne avanzerà anche». 44 Lo pose davanti a quelli, che mangiarono, e ne avanzò, secondo la parola del Signore.

 


3. La rilettura profetica e la riflessione rabbinica


 


1. La Parola/Torà/Insegnamento come “manna/pani” discesa dal cielo


Es. 16,4: <<Ecco sto per far piovere per voi pane dai cieli>> cfr. LXX <<artous = pani>> Vulgata <<panes>>

 


2. Quale fame? Fame della Parola


Amos 8,11 Ecco, verranno giorni, - dice il Signore Dio - in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d'ascoltare la parola del Signore.


Isaia 55,2 Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.

Proverbi 9, 1 La Sapienza si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne. 2 … e ha imbandito la tavola. 3 Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: … essa dice: 5 «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato.

 


3. La Pasqua messianica: il tempo messianico del nuovo esodo con il nuovo Pastore


“La condurrò nel deserto, là parlerò al suo cuore”

 


2. MEDITATIO


 


1. La “compassione” per le folle:


Nota: Gesù commosso perchè erano come pecore senza pastore prese a insegnare (Gv: siede)

non è il popolo che si lamenta per la fame (non c’è un Mosè da cui andare per lamentarsi)

è Gesù che prende l’iniziativa e coinvolge gli apostoli: “date voi stessi” “dove troveremo…”

In realtà la gente sarebbe potuta andare a comprare pane nei villaggi vicini: MA Gesù non vuole che si nutrino di altri pani: Gesù sta preparando la prova e il segno  CHE è LUI il vero PANE/PAROLA, è Gesù che provoca il miracolo.

 


2. Gesù come il Profeta atteso (nuovo legislatore più che Mosè), il buon pastore:


Nota: Il Pastore d’Israele: Gesù riunisce, guida e nutre le pecore disperse di Israele

Numeri 27,15 Mosè disse al Signore: 16 «Il Signore, il Dio della vita in ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo 17 che li preceda nell'uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore».


 

Ez 34, 11 Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. 12 Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. 13 Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. 14 Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. 15 Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.  … 23 Susciterò per loro un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore; 24 io, il Signore, sarò il loro Dio e Davide mio servo sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato. 25 Stringerò con esse un'alleanza di pace e farò sparire dal paese le bestie nocive, cosicché potranno dimorare tranquille anche nel deserto e riposare nelle selve.

 

Zaccaria 10, per questo vanno vagando come pecore, sono oppressi, perché senza pastore.


l’erba (siamo in primavera, Pasqua) verde: “in pascoli erbosi mi conduce…”

il banchetto: sdraiati per terra in cerchio (in forma di aiuole)

a gruppi di cento e di cinquanta:

Esodo 18:25 Mosè scelse fra tutto Israele degli uomini capaci e li stabilì capi del popolo: capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine.


 

Gesù il profeta escatologico che parla davvero in nome di Dio (le sue parole si realizzano):

Gv 6, 14: «Questi è davvero IL PROFETA che deve venire nel mondo!».

Dt 18,15 Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto. 16 Avrai così quanto hai chiesto al Signore tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: Che io non oda più la voce del Signore mio Dio e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia. 17 Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene; 18 io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. 19 Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. 20 Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire. 21 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? 22 Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura.

 

12 ceste di pani: le tribù di Israele

 

3. Dalla commozione alla cura:


1. l’insegnamento


2. le guarigioni


3. il pane


4. il pane super-essenziale


 

 


3. CONTEMPLATIO


 


1. Non avete compreso?


Nota: Nei sinottici: è un miracolo ma manca la reazione della folla

apostoli: Non avete compreso?

lievito  dei farisei = insegnamento/dottrina dei farisei

2. Chi è il pane vero?


Gv: E’ Dio che da il pane vero (non Mosè diede la manna)!

VERBUM CARO FACTUM EST

 


3. La Parola e l’Eucaristia


Gesù è la Torà/parola di Dio scesa dal cielo e fatta carne (uomo)

“masticare” la Parola

dal segno alla realtà: procurarsi il cibo che non perisce, cibo che nutre per la vita eterna

manna = cibo che perisce, i padri morirono!

 


4. La chiesa:


il luogo della compassione

il luogo in cui continua la distribuzione del pane/Parola/Eucaristia

5. I discepoli


Gesù fa compartecipi della compassione per le folle i discepoli

solo il Cristo sfama (in Gv spezza e distribuisce, come un buon padre di famiglia), ma i discepoli sono associati nella distribuzione

=> l’annunzio

=> la carità

=> la dimensione escatologica

4. ORATIO


Benedizione


Ringraziamento


Supplica


Intercessione


Lode


 

sabato 16 dicembre 2017

C’è una certa mentalità devozionistica e pietistica mai veramente superata, che ogni anno trova il suo centro nella commovente visione di un Bambinello che se ne sta nudo “al freddo e al gelo”, messo lì apposta a intenerire il cuore, ma poi subito da accantonare finite le feste, per paura che quel Bambino possa crescere e che magari poi da adulto ci obblighi a provare altri sentimenti che non sono più il ciarpame melenso di un buonismo di bassa lega. Allora bisogna “addomesticare” il cresciuto Bambinello così che non ci dia troppi grattacapi e ci lasci in pace, perché in fondo, non è veramente questo che vogliamo? Una lacrimuccia ogni tanto fa bene, ma averlo sempre tra i piedi…! E così il Bambinello bianco e rosa, tutto biondo oro e occhi azzurri diventa un Gesù tutto zucchero e miele, ai limiti della effeminatezza, che parla con le frasi d’amore come se fossero i bigliettini che si trovano nei baci perugina: non ha detto lui stesso di essere “mite ed umile di cuore”? Un Cristo buono per tutti  e per tutte le stagioni! Un Gesù che non scomoda più nessuno, che non incrina più nessuna certezza, che non provoca più alcuna reazione! Ma voi credete che se fosse stato veramente così “innocuo” sarebbe finito in croce? Io confesso di avere una grande paura: che se oggi il Cristo che noi predichiamo è davvero questo “sacrocuore” sdolcinato che non guasta più i sonni a nessuno, noi stiamo rendendo vana la stessa sua croce, e questo è un ammonimento di Paolo che forse una certa parte di Chiesa non sta tenendo in dovuta considerazione. Perché, e lo sapeva bene Paolo, tutta l’esperienza di fede cristiana o è vissuta all’insegna dello “scandalo” (e, per chi lo incontra, Cristo è e deve essere sempre pietra di inciampo, cioè scandalo) e della “follia” (e conversione in greco è appunto “metà-noia”, cioè letteralmente un “andare fuori di testa”) o altrimenti si riduce alla sua antitesi che è il perbenismo borghese e moraleggiante, proprio ciò che Cristo prima e Paolo dopo combatteranno nel fariseismo giudaico. Scrivo questa mia confessione dietro l’ennesima accusa di essere “rigido” e “poco duttile”, ma mi chiedo se  l’aspetto serio e mai sdolcinato e mai ipocrita e mai affettato può mai essere una colpa?  E il richiedere ai fedeli che mi sono stati affidati coerenza con il vangelo, il chiedere, a volte anche ammonire che non si possono servire due padroni, non è compito del buon  Pastore? Ricordare ai fedeli di venire a Messa è rimproverare? Chiedere la frequenza a Messa specie ai ragazzi del catechismo è trattarli male? Dire di no a chi mi chiede un certificato falso d’idoneità alla cresima per un figlio che non conosco nemmeno è negare un favore? Negare la cresima a chi è venuto solo il giorno dell’iscrizione è commettere ingiustizia? e allora sono andato a rileggermi in due notti tutti e quattro i vangeli per vedere se il mio comportamento fosse così a volte “poco evangelico”.  E così vi ho ritrovato il volto di un Cristo che forse qualcuno non immagina o non vuole immaginare. E’ un Cristo cosciente del suo ruolo (“Vi è stato detto  ma io vi dico”) e che pone con decisione agli ascoltatori la richiesta di non restare indifferente alle sue parole (“Convertitevi”) e che subordina la conversione, cioè il cambiamento di vita all’ingresso nel suo Regno (“se non vi convertirete non entrerete); un regno il cui ingresso è stretto (“entrate per la porta stretta”) e comporta rinunce (“chi non lascia casa…”) e sacrifici (“se la tua mano ti è di inciampo tagliala”). E’ un Cristo che ai suoi  interlocutori  pone davanti l’irrevocabilità della scelta (“o con me o contro di me”) senza compromessi (“non si possono servire due signori”) e senza “inciuci” (“non si mette vino nuovo in otri vecchi”) di una sequela in un cammino in cui egli stesso è il primo a mettere in pratica i suoi insegnamenti (“chi mi vuol seguire prenda la sua croce…”) e che non assicura altro ai suoi discepoli che lo stesso trattamento che hanno riservato a lui: odio e persecuzione (“Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”).  E’ un Cristo che sconvolgerà la sua famiglia (credevano che fosse diventato pazzo), i suoi concittadini di Nazaret (che lo scacceranno dalla sinagoga e dalla stessa sua città), e soprattutto poi la schiera dei benpensanti: scribi, farisei, sacerdoti e affini (diremmo oggi: teologi, laici impegnati e clero!) che, prima di intuire pienamente tutta la sua pericolosità di sovvertitore dell’ordine stabilito, bontà loro lo considerarono un indemoniato e ai quali riserverà gli appellativi più duri (“Ciechi guide di ciechi”, “Razza di vipere”, “serpenti”, “figli del diavolo”, “uomini senza amore di Dio” e più frequente “ipocriti”, “stolti”). E’ il Cristo che biasima le città che non lo hanno accolto, che piange di rabbia e di delusione su Gerusalemme, la cui collera spesso trabocca per l’incredulità di chi viene a lui solo per tendergli tranelli (“Generazione malvagia/adultera/ incredula/perversa fino a quando vi sopporterò?”), che non esita a minacciare e rimproverare e finanche ad abbandonare gli stessi apostoli quando si vede incompreso anche da loro per ritirarsi nella sua solitudine. E’ il Cristo che scaccia con una frusta di cordicelle i venditori del tempio e maledice e fa seccare un fico! E’ il Cristo non solo delle beatitudini ma anche del grido profetico tremendo e temibile del “Guai” (guai ai ricchi, a chi è sazio, a chi ride, a colui di cui tutti parlano bene, agli scribi e farisei ipocriti) che fa presagire l’arrivo imminente del giudizio di Dio, del giorno del Signore in cui per chi non sarà trovato pronto sarà solo “pianto e stridore di denti”. E’ il Cristo che sa che la sua venuta serve a mettere in chiaro i meandri misteriosi dei cuori e a farne uscire le contraddizioni (“Non crediate che sia venuto a gettare pace sulla terra, non sono venuto a gettare pace ma spada/ fuoco e divisione”): e per questo chi vorrà seguirlo scoprirà che la prima divisione è quella della famiglia! Questo è il Cristo dei vangeli, non certo l’uomo dei pannicelli caldi che purtroppo siamo abituati a pensare! Ma allora  la pace di Cristo, la sua bontà, il perdono e tutto il resto? Certo, ci sono anche quelli nel vangelo, ma guai a far diventare questi suoi doni come il frutto di accomodamenti della verità, di silenzi complici del peccato, di rinunce a praticare la giustizia.  Questo è il Cristo in cui credo, che non abbassa la qualità delle sue richieste pur di aumentare il numero dei suoi seguaci: dopo che l’ha abbandonato il popolo a Cafarnao, ai discepoli che si lamenteranno che il suo era un “discorso troppo duro” non dirà “ora vedo di alleggerirlo” ma “volete andarvene anche voi?” Perché lui ci ha dato il massimo ed è giusto che a noi chieda il massimo! E io penso che un prete questo massimo debba tentare di darlo lui e di chiederlo dai suoi parrocchiani. Perché gli sconti non li ha fatti Cristo né li può fare la Chiesa. Si fanno solo al supermercato. E allora, cari miei soliti quattro lettori, questo è il mio augurio per il Natale (che, ricordiamolo, è la sua festa): vi interessino o meno le esternazioni di un povero prete, poco importa, ma almeno abbiate il coraggio, credenti o non credenti, quest’anno, di lasciarvi provocare dalla venuta del Cristo, quello vero!

IO ACCUSO…

Tra epidemia e calura estiva è passato sotto silenzio un importante responso della Congregazione della Dottrina della fede e approvato in pr...