Forse non saremo mai sufficientemente grati a papa Benedetto per aver voluto questo Anno della fede e averlo fatto coincidere con il 50° dell’apertura del Concilio Vaticano II e il 20° della promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica che recepisce tutta l’eredità del Concilio inserendola nel ricco e immutato patrimonio della Tradizione della Chiesa. E sicuramente l’intento del papa non è celebrativo, o, peggio ancora, per il corpo ecclesiale, autocelebrativo: lo si è intuito dallo stesso discorso da lui fatto in memoria dell’altro discorso “della luna” di Papa Giovanni XXIII.
Credo che sia invece l’invito ad un colpo d’ala per volare alto e finalmente uscire da opposte polemiche che non rendono ragione di quello che il Concilio veramente è stato e delle motivazioni per cui è stata voluta la sua celebrazione (da parte di papa Giovanni) e la sua continuazione (da Parte di Paolo VI): e perciò l’appello per andare alle fonti e disseppellire gli stessi documenti conciliari dalla massa di opuscoli e libelli che spesso, come ricorda Papa Benedetto, invece di aiutarne la comprensione, ne sono stati più di ostacolo.
Un ritorno quasi francescano, ai testi del Concilio “sine glossa”, parallelo ad una identica lettura del Vangelo, per riportare alla luce la freschezza del dettato della stessa “lettera” dei testi e coglierne lo “spirito” e viverne nella modalità di un evento che non vuole essere relegato nella memoria ma che domanda ancora prepotentemente di essere vissuto nella attualità ecclesiale.
Perciò non si poteva vivere quest’anniversario come memoria di un evento passato ma come la fonte di un rilancio della stessa esperienza di fede e dell’impegno per la nuova evangelizzazione: è questa la grande intuizione di Papa benedetto nel legare insieme la memoria dei due eventi nell’unico anno della fede.
L’undici ottobre è stato dunque un giorno di celebrazioni a tutti i livelli. Con manifestazioni anche esterne o con il semplice ricordo orante. Nel Vicariato di Scicli la memoria è stata fatta in tutte le messe feriali vespertine e poi soprattutto la domenica seguente, per coinvolgere la stragrande maggioranza dei fedeli in questo rinnovato cammino di fede e impegno di vita, pregando perché la riscoperta del Concilio dia nuovo slancio per l’opera di evangelizzazione: in questo senso in tutte le parrocchie è stato sottolineato il legame col Sinodo voluto dal Papa, proprio in questo mese di ottobre che è anche il tempo dell’impegno per la missione della Chiesa “ad gentes”. Inoltre in questo periodo la recita del Rosario, così come suggerito da papa Benedetto, in tutte le chiese (e in particolar modo il venerdì nel santuario mariano cittadino di santa Maria della Pietà, o a san Bartolomeo in occasione dei “sabati dell’Immacolata”) è stata incentivata e finalizzata all’intercessione e alla protezione di Maria che proprio durante il Vaticano II fu proclamata da Paolo VI Madre della Chiesa. Così come durante l’adorazione eucaristica nelle parrocchie cittadine pur con diverse modalità (e specialmente durante l’adorazione cittadina perpetua tutti i giorni nella chiesa di san Giovanni) una particolare intenzione di preghiera viene elevata per la memoria del Concilio e la sua attuazione e perché l’anno della fede dia frutti di rinnovamento e crescita ecclesiali nella riscoperta dell’Eucaristia che proprio il Concilio definì fonte e culmine della vita della Chiesa e di ogni cristiano. Giovanni XXIII volle poi San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale (e il cui nome volle fosse inserito nel Canone romano dopo quello della santissima Vergine), come patrono speciale del Concilio Vaticano II: al Santo Patriarca, nella chiesa di san Giuseppe, a partire da giorno 11 e per tutto l’anno, nei mercoledì a lui dedicati, si rinnoverà la preghiera di affidamento per le sorti del Concilio e la sua corretta applicazione perché la Chiesa viva il suo impegno di continua riforma nella fedeltà al Cristo e alla sua missione.
Ma l’anno è ora tutto davanti a noi: sono diverse le iniziative in cantiere da parte di singole parrocchie, delle comunità di parrocchie e di tutto il vicariato, tramite le varie commissioni (con la proposta dello studio delle Costituzioni conciliari fondamentali Lumen Gentium, Dei Verbum, Sacrosanctum Concilium, Gaudium et Spes), mentre il clero vicariale nell’incontro mensile rifletterà sulla Presbyterorum Ordinis. Perché il Concilio e quest’anno si vivano veramente come occasioni di grazia da non sprecare ma da cogliere nella loro stimolante attualità.
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