"In
una prospettiva radicale, forse utopistica, o, è il caso di dirlo,
millenaristica, è chiaro dunque ciò che la Chiesa dovrebbe fare per evitare una
fine ingloriosa. Essa dovrebbe passare all'opposizione. E, per passare
all'opposizione, dovrebbe prima di tutto negare se stessa. Dovrebbe passare
all'opposizione contro un potere che l'ha così cinicamente abbandonata,
progettando, senza tante storie, di ridurla a puro folclore. Dovrebbe negare se
stessa, per riconquistare i fedeli (o coloro che hanno un «nuovo» bisogno di
fede) che proprio per quello che essa è l'hanno abbandonata. Riprendendo
una lotta che è peraltro nelle sue tradizioni (la lotta del Papato contro
l'Impero), ma non per la conquista del potere, la Chiesa potrebbe essere la
guida, grandiosa ma non autoritaria, di tutti coloro che rifiutano (e parla un
marxista, proprio in quanto marxista) il nuovo potere consumistico che è
completamente irreligioso; totalitario; violento; falsamente tollerante, anzi,
più repressivo che mai; corruttore; degradante (mai più di oggi ha
avuto senso l'affermazione di Marx per cui il capitale trasforma la dignità
umana in merce di scambio). È questo rifiuto che potrebbe dunque simboleggiare
la Chiesa: ritornando alle origini, cioè all'opposizione e alla rivolta. O fare
questo o accettare un potere che non la vuole più: ossia suicidarsi."
*
"I dilemmi di un Papa, oggi" di P.P. Pasolini, Corriere della Sera del
22.09.1974
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