Maria è la donna che apprende nel suo cuore la sapienza di
Dio.
Dio rivela anzitutto la sua sapienza nella creazione e
saggio è chi sa leggere le sue vestigia e la sua unicità nelle opere del
creato: “Sappi dunque e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù
nei cieli e quaggiù sulla terra e non ve ne è un altro” (Dt).
La stessa sapienza di Dio è alla base della sua legge e dei
suoi precetti: è beato e saggio chi pone le sue parole nel suo cuore: “questi precetti ti stiano
fissi nel cuore”; “porrete dunque nel cuore queste mie parole”.
Ma Dio rivela la sua sapienza soprattutto nel suo progetto
salvifico, attraverso la storia della salvezza, una storia salvifica le cui
tappe non devono essere dimenticate e devono essere sempre ricordate: “guardati
dal dimenticare le cose che hai visto, non ti sfuggano dal cuore” (Dt); “beato
chi medita queste cose ( = le vicissitudini di Israele): le fissi bene nel suo
cuore e diventerà saggio”.
Maria ha certamente messo in pratica tutto ciò, ne siamo
sicuri: cosa altro è il magnificat se non l’indice che Maria, da donna saggia,
ha compreso e assimilato lo svolgersi della sapienza di Dio nella storia della
salvezza?
Ma Dio non rivela la sua sapienza, il suo progetto solo
nella grande storia, ma anche nella storia personale, nelle vicende personali
di ognuno, come ha ben compreso Maria.
Per ben due volte ce lo ricorda l’evangelista Luca: “Ma
maria conservava queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19: hé dé Marìa pànta synethèrei ta rhémata symballousa èn thé kardìa authés) ; “E Maria sua
Madre conservava queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51).
Maria oggi insegna anche a noi come essere saggi, come acquisire
la sapienza di Dio: a quanti dicono che oggi Dio non parla, Maria ricorda che
Dio parla a noi tramite gli eventi quotidiani e tramite quanto egli permette
che accada a noi, ogni giorno, in bene e in male!
Maria ci insegna a riflettere sugli avvenimenti della nostra
vita quotidiana per scoprire in essi Dio che si rivela nella nostra storia.
Come Maria, davanti a quello che ci accade, siamo chiamati
non ad opporre il rifiuto dell’incredulità ma l’accoglienza della fede: anzi, Maria
ci ricorda che la comprensione della Parola non è un fatto automatico, magico,
ma è il frutto di un cammino lento e paziente, un cammino silenzioso, un
cammino anticonformista: “Maria invece (in greco = dè) conservava…”.
Un cammino che consenta l’opera del raccogliere, conservare,
custodire le parole/eventi (in greco rhémata: ma di chiaro substrato ebraico: ricordiamo che in ebraico il termine DABAR
significa sia parola, sia cosa, sia evento) per non perderne alcuna, per non
dimenticare, per non disperdere le parole, ma anzi per tenerle insieme,
raccoglierle e mantenerle come un tesoro caro (è questo il significato del
verbo greco syneterei/dieterei usato in Lc: conservare, preservare, mettere in salvo, tenere in mente, custodire diligentemente).
E da qui il difficile compito del meditare: cioè il mettere
insieme i fatti, confrontarli, verificarli, coglierne le implicazioni per la
vita!
Synballousa: raccogliere, discutere, dibattere, disputare, considerare, esaminare le implicazioni, meditare, riflettere, soppesare, ponderare: tutto questo è il lavoro che ci aspetta nella meditazione!
Synballousa: raccogliere, discutere, dibattere, disputare, considerare, esaminare le implicazioni, meditare, riflettere, soppesare, ponderare: tutto questo è il lavoro che ci aspetta nella meditazione!
Solo così, come a Maria, si potrà rivelare a noi la sapienza
di Dio, che è una sapienza sub-contrario:
è la sapienza del magnificat, come abbiamo detto, ma è anche
la sapienza della croce, come Maria apprenderà a sue spese: “E a te una spada
trapasserà il cuore”.
E’ dunque una sapienza che agli occhi degli uomini, come
dirà san Paolo, è considerata stoltezza, follia!
Poiché la sapienza di Dio in definitiva altro non è che il
Figlio stesso: Cristo è la sapienza di Dio.
E noi , come Maria, per essere saggi, dobbiamo imparare a Christum sapere.
Dobbiamo imparare Cristo- sapienza, vivere nella sua
sapienza, della sua sapienza, che è la sapienza del vangelo e della croce.
E per farlo guardiamo a Maria: Maria Sedes sapientiae, ora
pro nobis.
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