domenica 13 gennaio 2013

Maria, lo Spirito Santo, il battesimo e noi: per non dimenticare di essere tempio di Dio

Maria è la piena di grazia, ancor meglio: la riempita di grazia.
Cioè riempita della presenza del Signore, come la saluta l'angelo: Rallegrati o riempita di grazia, il Signore è con te!
E' la grazia del Signore che infiamma il suo cuore e la rende pronta e disponibile a fare la volontà di Dio: eccomi sono la serva del Signore, si faccia in me secondo la tua parola!
E il Signore prenderà dimora in lei, nel suo intimo, con la forza della Spirito Santo.
Maria, accettando di far parte del piano divino, diventerà così la Madre del Verbo incarnato per mezzo dell'opera dello Spirito Santo: lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la Potenza dell'Altissimo.
Perciò si può dire veramente che Maria è dimora, tempio, dello Spirito Santo.
E' quanto esprimiamo invocando Maria come Domus aurea, vas spirituale.
E guardando a Maria la Chiesa, ogni cristiano, contempla ciò che ognuno è chiamato ad essere e spera di diventare.
Così infatti ci fa pregare la liturgia della Chiesa nella colletta della memoria del Cuore Immacolato di Maria: O Signore che hai preparato nel cuore di Maria una degna dimora dello Spirito Santo, fà che i tuoi fedeli siano sempre tempio della tua gloria.
Il cuor edi Maria, come dimora dello Spirito Santo richiama dunque il mistero della inabitazione divina in noi.
Non si deve dimenticare in fatti che, a partire dal battesimo, anche noi siamo diventati tempio di Dio, dimora dello Spirito Santo.
San Paolo lo ricorda spesso nelle sue lettere, quando richiama i battezzati a non dimenticare di essere tempio di Dio, dello Spirito di Dio, a non mortificare lo Spirito di Dio che abita in noi.
Forse spesso dimentichiamo il grande miracolo che il battesimo opera in noi: il dono della figliolanza adottiva divina; forse non abbiamo compreso  fino in fondo le conseguenze della adozione filiale: se siamo figli adottivi di Dio, allora lo Spirito del Figlio abita in noi, siamo tempio dello Spirito: tutto il nostro essere è tempio dello Spirito: l'anima è tempio dello Spirito, il corpo è tempio dello Spirito.
E perciò anche noi siamo chiamati a vivere una vita come figli di Dio, santi e immacolati nella carità.
Questo significa vivere anzitutto una vita di grazia come Maria.
Ma come vivere oggi questa vita di grazia?
La grazia, ci ricorda il catechismo è la vita di Dio in noi.
Questa ci è donata nel battesimo.
Ma come rimanere in questa vita divina?
Solo la vita sacramentale ci garantisce il permanere nella grazia.
Ci è necessaria l'Eucaristia.
Ci è necessaria la Penitenza.
La vita sacramentale infatti fa sì che non solo si rimanga tempio dello Spirito Santo, ma che si rimanga tempio, dimora pulita, pura, santa, immacolata.
Certo, a partire dal battesimo si diventa e si rimane per sempre tempio di Dio, ma questo tempio può essere sporcato, insozzato dal peccato.
Non dobbiamo dimenticare che per noi la vita è una continua lotta col peccato.
Se siamo tempio di Dio, anima e corpo, non possiamo non impegnarci a vivere una vita nella dimensione della purezza, della pulizia interiore, del cuore pulito, di una vita vissuta pura insieme nel corpo e nell'anima, nei pensieri e nelle azioni. 
Oggi paradossalmente si vive in due dimensioni opposte ma ugualmente peccaminose: da un lato si dice di valorizzare l'anima, i sentimenti, il cuore e quindi si afferma che l'importante è avere buone intenzioni, che contano gli affetti... ma così facendo spesso il corpo diventa solo oggetto con cui giocare: si veda la banalizzazione della sessualità con la pornografia, la separazione del rapporto sponsale dalla dimensione procreativa con l'uso di anticoncezionali, la stessa deformazione del corpo con tatuaggi, piercing e simili, dimenticando l'ammonimento di san Paolo: Non sapete che il corpo è tempio del Signore?
Ma c'è anche l'opposto: c'è oggi una cura idolatrica del corpo (diete, massaggi, cure, trucchi...) che fa dimenticare il vero culto dovuto al creatore e l'altrettanta cura dovuta all'anima: quali cure e "diete" spirituali riserviamo oggi all'anima? Un tempo c'erano i digiuni, le penitenze, le preghiere...
Dimenticare di essere tempio santo di Dio spesso significa dimenticare che siamo chiamati ad essere coerenti tra quanto si afferma di credere, tra quanto si pensa e tra quanto si vive.
Un cristiano non può pregare in chiesa in un modo, esprimersi in un altro modo fuori di chiesa e vivere in un altro modo ancora.
Un cristiano non può pensare che la fede e la vita agiscano secondo principii diversi e spesso opposti e contraddittori: basti pensare a qualche esempio.
Oggi è facile lamentarsi dei politici, ma un commerciante, un professionista, un impiegato, un lavoratore, un medico, un insegnante, che non fa il suo dovere, che imbroglia, che pensa solo ai suoi interessi, che vìola la dignità della persona... se è battezzato, può dirsi ancora cristiano?
Maria ci ricorda che non si può seguire e amare il Signore se non con cuore indiviso: non si possono servire due padroni, o si amerà l'uno e si odierà l'altro.
Maria ci ricorda che le mani pulite di cui si è parlato tanto devono essere il frutto di un cuore pulito: chi salirà il monte del Signore? chi ha mani innocenti e cuore puro!
Dobbiamo chiedere allora anche noi oggi che lo Spirito  Santo che nel cuore di Maria iniziò la nuova creazione, soffi nei nostri cuori di pietra e li trasformi in cuori di carne: quel soffio che ci è dato nell'esperienza sacramentale e ci dona la grazia che rinnova l'universo.
Solo un'autentica vita sacramentale è dunque garanzia di una vera vita spirituale.
Oggi si parla tanto di spiritualità, di vita dello spirito, dimenticando che per un cristiano l'unica spiritualità, l'unica vita dello spirito è la vita nello Spirito Santo, come si esprime San Paolo: o la vita di un fedele cristiano è vita nello Spirito o non è vita cristiana, giacchè siamo tempio dello Spirito.
E' lo Spirito che suscita in noi il volere e l'operare, così che si può dire che le stesse opere non sono altro che il frutto dello Spirito Santo che abita in noi.
Chiediamo la gioia di poter cogliere sempre in noi di questi frutti dello Spirito.

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