sabato 9 marzo 2013

Non siamo ingenui...

...perché il cristianesimo ci fa essere realisti, coi piedi a terra: e perciò sappiamo che se anche l'alta direzione, per così dire, del conclave è dello Spirito Santo che soffia  dove vuole, però c'è sempre il rischio che l'uomo, nella sua libertà non risponda alla ispirazione dello Spirito e diriga i suoi passi verso altre strade!
Perciò, pur nella fede piena nel Dio che guida il cammino dell'uomo facendo alla fine diventare dritte  le vie storte, è lecito nutrire alcune perplessità sul modo con cui è stata gestita e vissuta la fase del preconclave e della sede vacante.
Se fosse morto un papa all'improvviso avremmo potuto comprendere alcune cose, ma il papa ha annunciato la sua rinuncia l'undici febbraio e la sede è diventata vacante il 28.
Quindi c'era tutto il tempo ad esempio per i cardinali, anche i più lontani di programmare il loro viaggio a Roma.
Già mi è sembrato un grandissimo atto di scortesia umana (per non dire altro) che non tutti i cardinali siano stati presenti il 28 a salutare il papa: comprendo chi è in Vietnam, ma che non ci fossero il tedesco Lehmann e un polacco e altri la dice lunga sulla vera qualità dei rapporti tra cardinali e papa Benedetto. 
Così come è impensabile che altri abbiano ritardato il loro arrivo a quasi un mese dopo la rinuncia del papa.
Altro fatto: sappiamo che l'allora decano Ratzinger era favorevole ad un maggior contatto con la stampa e che furono i cardinali ad imporre il segreto sulle congregazioni generali prima del conclave dopo la morte di Giovanni Paolo II. 
Lo abbiamo detto anche prima è il vizietto tutto curiale di imporre il segreto per poi far uscire da fonti "anonime" quello che si vuole far arrivare per gestire macchinazioni che tutto hanno tranne che di parresia evangelica. 
Ancora da papa, Benedetto XVI ha sempre ringraziato i giornalisti perché fanno il loro dovere (anche quando da questi è stato trattato male ingiustamente): il problema è un non risoluto e sereno rapporto con "l'opinione pubblica" ecclesiale nel senso più alto e più bello del termine, cioè della condivisione e della partecipazione del sensus fidei che è sempre sensus fidelium. 
Se tutti siamo Chiesa, abbiamo diritto che tutto si dica e si svolga alla luce del sole: quale scandalo ci potrebbe essere per un fedele il sentire un cardinale che in una congregazione parla della situazione più o meno bella della Chiesa è indica prospettive future di rinnovamento e conversione? Ne potrebbe uscire solo edificato. 
O un certo clericalismo pensa ancora a fedeli sempre piccoli ed immaturi?
O ancora l'idea tutta curiale che i panni sporchi si lavano in casa? 
Ma papa Benedetto ci ha insegnato (contro la curia) che i panni sporchi la chiesa non ha paura di lavarli e stenderli all'aperto davanti a tutti: perché non dovremmo avere niente da nascondere o di cui vergognarci. 
Ecco perché a suo tempo pubblicai ad esempio un post encomiastico sul cardinale Dolan. 
Questo è il momento in cui la Chiesa è chiamata ad abbandonare alcune logiche mondane: ora o mai più, se non si vuole vanificare lo stesso gesto di rinuncia di Papa Benedetto.

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