mercoledì 16 ottobre 2013

Che fare? la tragedia dei profughi eritrei ci interpella

“Ma noi a Scicli, finita l’emergenza e il momento delle lacrime per i morti, cosa possiamo fare?” E’ questa la domanda che i ragazzi delle quinte classi delle scuole superiori ci hanno rivolta in un incontro tenutosi venerdì scorso nei locali del Liceo di Scicli, organizzato dal preside Enzo Giannone con il Sindaco di Scicli, il sottoscritto in qualità di vicario foraneo, don Manlio Savarino giovane prete ex alunno dello stesso liceo e un sacerdote eritreo in missione subito accorso a Scicli appena saputo dello sbarco e della morte di tredici suoi compatrioti e che si è messo subito a disposizione come interprete per l’accoglienza degli eritrei al centro di Pozzallo e per il riconoscimento delle povere vittime, tutti giovani tra i 20 e i 24 anni.
L’intento del preside, - già espresso a conclusione della veglia organizzata il martedì precedente davanti al Municipio di Scicli, con la fiaccolata della comunità civile e la preghiera della comunità cristiana espressa dal sottoscritto e dal pastore della chiesa evangelica di Scicli David Zomer e con la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica, del Presidente della Camera dei deputati e del nostro Vescovo – era quello di far diventare questo tragico evento l’occasione per un’esperienza educativa per i ragazzi delle scuole in quanto cittadini e futuri responsabili della cosa pubblica.
In questo l’intento è stato raggiunto perché i ragazzi, dopo aver ascoltato la testimonianza del missionario eritreo che ha illustrato le ragioni della fuga dalla loro patria di tanti giovani alla ricerca di un luogo dove poter professare liberamente la fede e vivere una vita libera e dignitosa, hanno riflettuto sulla esigenza di educarsi a promuovere un nuovo stile di vita che faccia dell’accoglienza, nello stile del dialogo e dell’arricchimento reciproco, di qualsiasi altra persona, al di là di razza o confessione religiosa. E questo lo si può fare da subito e con chiunque.
Così i ragazzi si sono mobilitati per una iniziativa a favore degli eritrei ospiti del centro di Pozzallo, nell’attesa di poter partecipare ai funerali dei loro giovani coetanei, ma anche per studiare percorsi di integrazione con gli extracomunitari o comunque bisognosi presenti in città.
Ignazio La China


Nessun commento:

Posta un commento

IO ACCUSO…

Tra epidemia e calura estiva è passato sotto silenzio un importante responso della Congregazione della Dottrina della fede e approvato in pr...