mercoledì 2 ottobre 2013

Preghiera per la veglia cittadina per i tredici eritrei morti nello sbarco a Sampieri

O Padre, tu hai voluto oggi  che i giovani fratelli eritrei che ci hanno lasciato, morendo sulla spiaggia alla ricerca di una vita migliore, lontano dalla loro casa e dalle loro famiglie
siano oggi coloro che ci riuniscono.
Raccolti dalla nostre occupazioni  in cui ogni giorno siamo dispersi,
siamo qui riuniti al di là di ogni distinzione di lingua, di razza o di fede:
ora il pensiero della loro tragica morte  ci ha fatti sostare in silenzio e in preghiera
per aprirci al dolore gli uni degli altri.
Dio di ogni novità, ti affidiamo questi nostri giovani fratelli, chiamati improvvisamente  nel fiore della vita, accoglili come Padre nella tua casa;
noi ti preghiamo: dona loro la felicità che li attende: l’eterna giovinezza.

Tu che sei il Dio dei vivi e dei morti, ascolta la nostra preghiera anche per gli altri fratelli superstiti che ora piangono la sorte dei loro compagni di viaggio,
perché possano vivere il momento della prova come strada che conduce
a significati autentici e profondi per l’esistenza, nell’esperienza della nostra accoglienza e dell’amore vicendevole.
Ma oggi ti preghiamo anche per  tutte le vittime innocenti, uccise dalla fame,
dalla miseria, dalla guerra, per tutte le vittime dell’odio e della violenza,
per i morti senza volto, senza voce e senza nome,
perché  tu,  Padre della vita accolga il sangue innocente
sparso sulla terra da Abele fino all’ ultimo uomo:
perché il loro sacrificio ci risparmi la follia di ogni genere di nuovi conflitti
e il mondo ritrovi le strade della pace, della concordia, della solidarietà,

E ti preghiamo ancora per questo nostro mondo, spesso distratto e attirato da ciò che non dura,
per gli uomini del nostro tempo: spesso schiavi di un materialismo che tutto appiattisce, lacerati da tante divisioni a causa dell’egoismo che infiacchisce ogni costruttivo dialogo, per coloro che si illudono di tenere per sé la vita nell’individualismo che divide, nell’indifferenza che fa morire i rapporti, perch coloro che strumentalizzano gli altri per i loro fini, per coloro che calpestano la dignità umana e rendono schiavi i fratelli, affinchè  vincano le resistenze alla chiamata all’amore e al dono di sé e si aprano alla riconciliazione, al perdono, als ervizio a i fratelli.

O Dio che in Cristo che ha preso su di sé il dolore di tutta l’umanità e che  giudicherà ogni uomo  in base all’amore che si è fatto azione e vita, rendi ognuno di noi operatori fattivi di carità in mezzo ai fratelli,
Tu, che riservi ai tuoi figli un regno di luce e di pace,
guarda a noi ancora in cammino sulle strade della vita:
fa' che la fede nella nuova creazione
ci renda operosi costruttori di bene e di pace
nell'attesa del ritorno alla tua casa.

Amen.

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