Confesso che più passa il tempo
più debbo ricredermi sulla facilità dei rapporti umani. Certo, in gioventù si è
portati a idealizzare i rapporti di amicizia o comunque più in generale ci si
fa un punto d’onore nel voler fondare qualsiasi rapporto con l’altro, amico o
nemico, simpatico o antipatico, su una base di schiettezza e di sincerità. Almeno
questa è stata la mia scelta : di impostare i rapporti ad una onestà di
fondo con tutti, sforzandomi di credere
che l’altro partisse pure da una scelta analoga. Purtroppo constato giorno dopo
giorno che le persone che hanno il coraggio di dire realmente quello che
pensano diminuiscono sempre di più. O per opportunismo o perché sopraffatti dai
pregiudizi : in ogni caso il risultato è sempre quello : si pensa di
fare un dialogo, in realtà si sta parlando davanti ad un sordo della peggiore
specie, quello che non vuol sentire perché il discorso non gli conviene. E
queste sono le esperienze più frustranti, perché davanti ad un avversario che
ti attacca direttamente tu puoi opporre le tue ragioni, ma davanti a chi si
chiude davanti a te in modo ottuso che fare ? Mi sono perciò ritrovato nel
seguente passo di un grande teologo che diede fra l’altro prova di grande
coraggio civile partecipando alla Resistenza contro Hitler e per questo
condannato all’impiccagione Dietrich
Bonhoeffer che in Resistenza e resa scrive :
“Per il bene, la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità.
Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di
necessità è possibile opporsi con la forza...Ma contro la stupidità non abbiamo
difese.
Qui non si può
ottenere nulla, né con le proteste né con la forza ; le motivazioni non
servono a niente.
Infatti ecco il principio su cui
si fonda lo stupido, come scrive ancora Bohoeffer : ‘Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali
semplicemente non si deve credere’ - in questi casi lo stupido diventa
addirittura scettico - ‘e quando sia impossibile sfuggire ad essi, possono
essere messi semplicemente da parte come casi irrilevanti.’
Nel far questo lo stupido...si sente completamente soddisfatto di
sé ; anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa
rabbiosamente all’attacco. Che fare dunque ? ecco il consiglio del
nostro teologo : E’ necessario
essere più guardinghi nei confronti dello stupido che del malvagio. Non
tenteremo di persuadere con argomentazioni lo stupido : è una cosa senza
senso e pericolosa. Se vogliamo trovare il modo di spuntarla con la stupidità,
dobbiamo cercare di conoscerne l’essenza. Una cosa è certa, che si tratta
essenzialmente di un difetto che interessa non l’intelletto ma l’umanità di una
persona. Ci sono uomini straordinariamente elastici dal punto di vista
intellettuale che sono stupidi, e uomini molto goffi intellettualmente che non
lo sono affatto. Da che deriva dunque la stupidità ? Così continua il
nostro : Ci accorgiamo con stupore
in certe situazioni nelle quali si ha l’impressione che la stupidità non sia un
difetto congenito ma piuttosto che in determinate circostanze gli uomini...si
lascino rendere tali. L’uomo rinuncia così ...ad assumere un atteggiamento
personale davanti alle situazioni che si presentano. Il fatto che lo stupido
sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua ... indipendenza. Parlandogli
ci si accorge addirittura che non si ha a che fare direttamente con lui
personalmente ma con slogan, motti ecc. da cui egli è dominato.
Ecco allora il punto : lo
stupido è l’uomo che ha rinunciato a pensare con la sua testa. E purtroppo - e
come vorrei che il mio fosse un giudizio temerario - oggi di stupidi che hanno
rinunciato a pensare in proprio e si sono fatti schiavizzare da mode e slogan e
frasi fatte ce ne sono più di quanto si immagini. I miei lettori mi scuseranno
questo atto di autocompiacimento : se c’è qualcosa che ha guidato nella
mia vita le mie azioni è il credere veramente a quanto promesso dal Cristo :
“La verità vi farà liberi”. E per me sempre la ricerca della verità, nella
assunzione delle proprie responsabilità è quella che dà pienezza di senso alla
propria umanità, costi quello che costi. Già, la responsabilità : il
sentire che tu sei “responso habilis”, chiamato cioè a dare risposta, conto e
ragione delle tue scelte davanti ad un Altro. Giustamente è stato detto che se
non c’è Dio tutto è lecito, perché l’uomo non deve dare più conto delle proprie
azioni a nessuno, specie quando la giustizia o la morale umana non chiedono più conto di niente. E dai
fatti recenti di cronaca ce ne stiamo accorgendo : si parla di ragazzi,
persone, definite normali e poi si scoprono dei mostri : il fatto è che
quello che a noi sembra normalità è
spesso stupidità. Come uscirne ?
Concordo ancora con Bonhoeffer : “La
Bibbia, affermando che il timore di Dio è l’inizio della sapienza dice che la
liberazione interiore dell’uomo alla vita responsabile davanti a Dio è l’unica
reale vittoria sulla stupidità.” E
ritornare al gusto “sapienziale” della vita significa riscoprirne i valori più
profondi, a partire dall’opposto della stupidità che è l’interiorità. Ma di
questo parleremo un'altra volta.
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