lunedì 29 luglio 2013

Il concilio ad usum delphini e la privatizzazione dei sacramenti

Tutti parlano (e straparlano) di concilio, di riforma liturgica, dei principi solennissimi della partecipazione attiva, fruttuosa e consapevole alle celebrazioni, della dimensione ecclesiale e non privata di ogni celebrazione e di ogni sacramento.
Ho l'impressione però che questi principi valgano solo per fare la guerra alla messa in latino in entrambe le forme e in specie alla messa secondo il messale di Pio V.
Perché si dice, l'assemblea sarebbe esclusa dalla partecipazione attiva ecc. ecc.
Ora a me qui non interessa la messa di Pio V (non l'ho mai celebrata e non penso di farlo in futuro) però io mi chiedo perché questi principi poi non si applichino alle altre celebrazioni.
Ad esempio: un matrimonio in cui si permette che la famiglia si inviti i suoi musicisti (di ogni genere), che si suoni musica (di ogni genere: ho celebrato un matrimonio in cui tutti i brani erano le colonne sonore di film famosi), che ci sia la cantante solista o il solista "famoso" che scambiano le chiese per il palcoscenico di Sanremo e ti passino pure canti profani per musica sacra... quando tutta l'assemblea è mortificata perché non può unirsi nemmeno al canto delle acclamazioni più comuni (alleluia, santo, agnello di Dio) ed è ridotta al ruolo di spettatrice delle performance canore (e non solo) che non hanno niente di liturgico: si può parlare ancora di partecipazione attiva solo perché la messa è celebrata in italiano? Ma non prendiamoci in giro! Nei nostri matrimoni non c'è nessuna dimensione ecclesiale: gli sposi scelgono chiesa, orario, musiche e canti in barba alle nostre indicazioni (mi è pure toccata a volte la presa in giro che a te annuiscano su certi brani e poi te ne eseguano altri a piacimento!!!): però questo non ci scandalizza! Le chiese sono ridotte alla stregua di sale da ricevimento prese in affitto (prete compreso) che gli sposi addobbano e usano a loro gusto (tanto pagano!).
Se c'è stato un frutto meritorio della riforma liturgica è stata la abolizione delle "classi" delle celebrazioni: nelle premesse ad ogni rito è prescritto che la celebrazione sia uguale per tutti, senza differenza di ceto, classe, ecc. senza differenza tra ricchi e poveri, tra chi si può permettere la chiesa addobbata e illuminata e chi no! Ma di fatto non è così: si permette che le nostre chiese siano trasformate dalle scenografie floreali (e da ogni orpello che la fantasia dei fiorai si inventa) di chi deve fare sfoggio della sua "abbienza" obbligando di fatto anche chi non può a mostrare altrettanto "per non scomparire alla faccia degli altri": ma questo non è che mortificazione dei poveri e spreco che grida vendetta al cospetto di Dio! Non è un ritorno in pratica alle vecchie classi di una volta?
E ancora: quando tutta la celebrazione è gestita dalla regia del fotografo, fioraio e animatore (già, ormai dappertutto c'è l'animatore ma non liturgico!) che si permettono di contraddire le stesse indicazioni del celebrante, qui la riforma liturgica dov'è? E tutti i pseudo "segni" inventi da lor signori di cui sopra e che ti sono imposti nonostante la tua volontà contraria: qui la liturgia con le sue regole dov'è? Come il fatto che tutte le spose ti giurano che verranno con abiti decenti e poi alla fine ti ritrovi con l'abito scollacciato di cattivo gusto, anche estetico!
E però tutto questo non ci fa problema, l'unico guaio della riforma liturgica è la messa in latino! Il resto è a posto!
E tra un po' per i funerali sarà come ai matrimoni: già abbiamo organisti e cantanti a la page richiesti dalle famiglie, con ennesima mortificazione della assemblea e della comunità ecclesiale.
Ma questo non fa problema.
Il Concilio ha voluto tutti i defunti con la bara a terra (tutti uguali davanti a Dio): eppure si continua con l'uso del catafalco, tranne poi sentirti richiedere da alcuni che il loro defunto deve essere posto a terra perché "nobile": e noi lo accontentiamo, e di fatti siamo alla distinzione tra le classi!!!
Ma questo non ci fa problema.
Il problema è la messa in latino, levata quella tutte le nostre liturgie sono attive, fruttuose, consapevoli, ecclesiali ecc. ecc.!
Attive, consapevoli, ecclesiali non so, ma certo fruttuose si: per le casse delle parrocchie (e...).
Il Signore ci salvi da questo clericalismo ipocrita.
E ci guidi alla conversione, finché c'è tempo.

Nessun commento:

Posta un commento

IO ACCUSO…

Tra epidemia e calura estiva è passato sotto silenzio un importante responso della Congregazione della Dottrina della fede e approvato in pr...