C'era
una volta un uomo che aveva un sogno. Un sogno bello, di un mondo nuovo, di una
società nuova, di una nuova alba per lo spirito umano. Era un sogno che più
cresceva e più carezzava, un sogno che diventava sempre più grande, al punto
che gli sembrava a volte di essere lui stesso all’interno di quel sogno, di
essere stato chiamato dal Fato ad essere il protagonista della realizzazione di
un Progetto in cui l’Umanità nuova si sarebbe rivelata in tutta la sua pienezza.
Una nuova civiltà di eguali, un’unica progenie di uomini belli, sani, forti,
valorosi, pronti a combattere contro chi si fosse meschinamente opposto
all’avanzare di questo nuovo Verbo in nome di interessi personali e
particolaristici. Certo, si dovevano fare sacrifici, forse magari in principio imporli
a chi non riusciva a capire tutta la grandiosità di questo progetto, la grande
idealità nascosta in questo sogno, ma in vista di questo bene maggiore cosa
sarebbe stato il sopportare un po’ di male? Avrebbe dato la vita per questo suo
sogno e quando intorno a sé riuscì a radunare un numero di discepoli sempre più
numeroso capì che ormai la strada per la sua realizzazione era stata imboccata
in modo irreversibile. E cominciò a provare a far diventare realtà il suo
sogno. Nel nuovo mondo non ci sarebbe stato spazio per la malattia e così penso
di andare alla radice del problema: eliminare direttamente i malati. Si fecero
così pian piano scomparire pazzi, affetti da qualsiasi genere di disturbo
nervoso, handicappati e minorati fisici e psichici. Darwin aveva insegnato che
la selezione della razza è il principio su cui si fonda l’evoluzione della
natura e quindi del genere umano: come negare che una razza sola doveva essere
selezionata tra le altre specie umane, la migliore e la portatrice di quanto di
meglio c’era al mondo? Perciò nel nuovo mondo doveva rimanere solo una razza,
matrice di giovani con gli occhi azzurri e i capelli d’oro, novelli principi
azzurri del nuovo regno, e di belle e procaci giovani fattrici altrettanto
bionde e capaci di generare figli e figli al servizio del nuovo ideale. Interi
staff di medici furono incaricati di selezionare la razza, di scegliere il seme
giusto per generare l’Uomo Nuovo, di provare a dare a tutti lo stesso colore
degli occhi e dei capelli, lo stesso sangue di questa nuova specie. Di
conseguenza poi nel nuovo mondo non ci doveva essere spazio per la diversità di
ogni specie, come comporla con l’unità e l’unitarietà del nuovo popolo? E così
chi praticava una fede religiosa o politica diversa, chi non riusciva a sognare
lo stesso sogno, chi aveva sogni
diversi, chi si sentiva animato da sentimenti diversi, omosessuali, zingari che
non provavano nessun amore di patria, e poi i diversi e traditori per
eccellenza gli ebrei, considerati i cavalli di Troia di ogni società, tutti
costoro dovevano lasciare spazio agli uomini nuovi. E anche qui la soluzione
doveva essere radicale, finale: come si bruciano le erbacce in un campo prima
della nuova semina. Chi magari oggi non comprendeva, dopo avrebbe compreso e
ringraziato chi aveva avuto il coraggio di fare una così grande pulizia, di
avviare la grande rivoluzione, di avviare il processo di nascita del nuovo
mondo. I sogni si sa, diventano sempre più grandi, e più crescono più cresce la
voglia di condividerli con altri: così ebbe la voglia e la gioia immensa di
condividerli anche con gli abitanti dei paesi vicini, abbattendo le frontiere
nazionali che ormai non avrebbero avuto più senso davanti al nuovo unico grande
popolo nuovo. E prima o poi tutto il mondo avrebbe beneficiato degli effetti
benefici del suo sogno. Peccato che non sia stato compreso! Gente incapace di
guardare al futuro e al progresso, ai benefici della scienza e della tecnica,
pertinacemente attaccata a ideali e valori passati, chiusa in un ghetto
oscurantista, mandò in frantumi il suo sogno. E purtroppo l’umanità è dovuta rimanere variegata per
forme, colori, tradizioni, pensieri e affetti. Siamo rimasti diversi,
l’uguaglianza è rimasto un mito: riusciremo mai a essere tutti identici e
perfetti, l’uno simile all’altro per peso, altezza, colore di occhi e capelli,
codice genetico e corredo cromosomico? Riusciremo mai a correggere gli errori
di una natura matrigna e antidemocratica che non ci crea uguali gli uni con gli
altri? E a correggere le differenza tra sani e malati, tra maschi e femmine, tra
fertili e sterili? Perché la natura deve dare ad uno tre figli e ad uno
nessuno? No, non c’è democrazia in questo! Un grande sogno bloccato da una
minoranza reazionaria! Ma oggi c’è chi sta avendo il coraggio di rivivere quel
sogno, di riprenderne la sua realizzazione da dove era stato interrotto: di
questi uomini molti sentono il bisogno per riprendere sempre il cammino verso
le magnifiche sorti e progressive dell’umanità, uomini che giustamente meriterebbero
il titolo di benefattori del genere umano. Cosa che purtroppo pochi oggi
comprendono. E fra questi pochi confesso di esserci anch’io. Perché il nome di
quel sognatore era Adolf Hitler e se fosse andato avanti il suo sogno, io,
piccolo brutto e nero, a quest’ora non sarei qui a scrivere di queste cose ma
soprattutto a gioire, a piangere e ad amare qui con voi. Perché la mia
esistenza è tutta un inno struggente alla vita che in ogni caso è degna di
essere vissuta. Anch’io fui in principio un embrione e ringrazio i miei
genitori perché ebbero il coraggio di scommettere sulla Vita. E di fidarsi del
cuore. Perché “ il sogno (e non ‘il
sonno’, come recita il detto filologicamente corretto del famoso monito di
Goya) della ragione genera i mostri”.
Goya non temeva infatti chi riconosceva che accanto all’ esprit de geometrie ha diritto di esistere anche l’ esprit de finesse e che la ratio non fosse l’ultima istanza del
sapere umano: Goya temeva le pretese illuministiche che elevavano la ragione a
Dea a cui sacrificare la libertà e la dignità dell’individuo. Perché se il
progetto più bello per imporsi ha bisogno di sacrificare l’uomo allora non è più un progetto umano (e ce lo ricorda proprio
Kant preso a portabandiera dell’Illuminismo: l’uomo è sempre il fine, non può essere mai ridotto a mezzo per
raggiungere altri fini) ma una aberrazione della ragione umana, è follia. E’
la lucida follia del sogno di Hitler (ma nel sogno folle dell’uomo nuovo da
imporre con forza e con tutti i mezzi della scienza e della tecnica non c’è
diversità ad esempio con Stalin e Mao e Ho Ci Min ) dei suoi epigoni che oggi ritorna in forma
nuova e più subdola, alimentata dalla tentazione di Faust ( con la scusa di
arrivare a curare e sconfiggere ogni malattia) che poi è la più antica delle
tentazioni: “sarete come Dio”. Quando l’uomo sogna di essere un dio e vuole
farsi arbitro di ciò che è bene e ciò che è male, manipolando le regole stesse della
vita non fa che generare mostri. La storia del Golem di Praga (riletta nel mito cinematografico di Frankstein) ce
lo insegna. E così l’uomo annichila se stesso: la manipolazione della vita
umana si risolve in un suicidio. Forse ricordarlo oggi è più che mai
necessario.
CATHOLICA FORMA : Non basta dirsi cristiani. Il credere deve avere una forma. La forma cattolica è il modo in cui la sostanza della fede cristiana prende corpo nel cuore dei credenti. Questo spazio vuole essere un luogo per mostrare la bellezza della fede cattolica.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
IO ACCUSO…
Tra epidemia e calura estiva è passato sotto silenzio un importante responso della Congregazione della Dottrina della fede e approvato in pr...
-
Tra epidemia e calura estiva è passato sotto silenzio un importante responso della Congregazione della Dottrina della fede e approvato in pr...
-
A Maria, odigitria e stratega del popolo cristiano BIBLIOGRAFIA REGGI ROBERT...
-
Vi confesso che ho riflettuto molto su quanto sta accadendo e sulle sue ripercussioni circa la vita "eucaristica" dei cristian...
Nessun commento:
Posta un commento