mercoledì 31 luglio 2013

Come volevasi dimostrare!

Se ogni  tanto non avessero inquadrato il papa e poi anche l'ostensorio, chi avesse acceso la tv sulla veglia dei giovani avrebbe potuto scambiarla per una di quelle preghiere pentecostali che ormai si vedono in tutte le tv commerciali. Americanismo protestante puro!
Certo gli organizzatori si son detti: dobbiamo far vedere che anche noi preghiamo e cantiamo come loro. Bene: qui è lo sbaglio perché non si capisce che si stimola un meccanismo del genere: se noi e loro siamo uguali, nessuna differenza tra essere cattolici o pentecostali!
Proprio l'opposto di un vescovo indiano che l'anno scorso proibì ai suoi uno stile di preghiera alla pentecostale perché non aiutava a cogliere l'identità cattolica.
Quel vescovo l'animo di pastore e la puzza delle pecore ce l'aveva, a Rio no!
Ecco come commenta Magister:
 "Naturalmente, la coreografia della veglia eucaristica e della messa papale a Copacabana poteva anche essere letta in termini diametralmente opposti. Come l'immagine di una Chiesa arresa a modelli altrui, con il "musical" fatto irrompere nel cuore stesso della liturgia, con solisti, cori e ritmi da "Gospel" pentecostale. Una Chiesa che lungi dall'agire "controcorrente" – come continuamente il papa la esorta a fare – imita le forme espressive dei movimenti carismatici protestanti che in America latina e particolarmente in Brasile erodono parti consistenti della sua base popolare.
Che quello inaugurato a Copacabana rappresenti il nuovo corso liturgico dell'attuale pontificato è azzardato dire. Ma l'interrogativo è stato posto sotto lo sguardo del mondo intero.
Nel volo di ritorno a Roma, Francesco ha sfiorato l'argomento quando ha detto, a proposito dei movimenti carismatici presenti anche dentro la Chiesa cattolica:
"Alla fine degli anni Settanta e nei primi Ottanta io non li potevo vedere. Una volta avevo detto che questi confondono una celebrazione liturgica con una scuola di samba! Poi li ho conosciuti meglio, mi sono convertito".
Così come, viceversa, quando ha espresso ammirazione per le liturgie orientali:
"Le Chiese ortodosse hanno conservato quella pristina liturgia, tanto bella. Noi abbiamo perso un po' il senso dell'adorazione. Loro lo conservano, loro lodano Dio, loro adorano Dio. Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa luce dell’Oriente".
Con tutto rispetto parlando, il papa forse non si rende conto della posta in gioco. Vero che un gesuita non rubricat: ma si vuole convincere ora che è papa e spetta a lui la moderazione della liturgia che è l'anima della Chiesa? Papa Benedetto ha curato personalmente la liturgia della GMG in Spagna e la sua mano si è vista. Papa Francesco lascia andare ma non ha capito che la vera riforma della chiesa non comincia dallo IOR ma dalla liturgia (perché tocca il cuore): papa Benedetto ce lo aveva ricordato, ora corriamo il rischio di dimenticarlo di nuovo.
E poi se il papa tirasse le dirette conseguenze di quello che dice: noi abbiamo perso il senso dell'adorazione, le liturgie orientali l'hanno  mantenuto: e allora da papa cosa aspetta a dire che dobbiamo andare verso liturgie vere? chi ha distrutto la dimensione adorativa della liturgia se non un malinteso spirito del Concilio che ha appiattito anche la liturgia nella sua sola dimensione orizzontale?
La samba certo non esprime adorazione.
Ci pensino quelli che stanno in alto!

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