C’è chi crede alle coincidenze e
chi no, c’è chi pensa che le cose accadano per caso e chi invece vi legge il
disvelarsi di un progetto divino. Senza cadere in visioni deterministiche,
tuttavia penso che il nascere in un giorno piuttosto che in un altro, un
qualche significato debba pure averlo.
Io, ad esempio, sono nato a
Scicli, in casa, di Venerdì santo, durante la processione tradizionale, mentre
i simulacri dell’Addolorata e del Cristo morto della Chiesa di San Giovanni
erano fermi davanti alla mia abitazione: e non credo che questa sia solo una
coincidenza. Mi piace infatti credere che le “cifre” della mia storia,
personale e sacerdotale, siano già state impresse nella mia vita a partire dal
giorno della mia nascita: in tutta umiltà confesso che se non ci fosse il
comune denominatore della mia nascita il venerdì santo, non saprei spiegare
altrimenti le vicende della mia vita. Anzitutto infatti, nel mio nascere il
venerdì santo, leggo la chiamata a condividere nella mia vita la stessa vicenda
dolorosa del Servo sofferente che dà la vita per i molti: e questo sia
attraverso il ministero sacerdotale, sia attraverso la partecipazione personale
all’esperienza della croce, soprattutto della sofferenza spirituale. Non so quello che il Signore
mi riserva per il futuro, ma so per certo che sarà inscritto nel mistero della
croce e nel mistero dell’iniquità che la croce mette a nudo. Come già successo finora. Il Signore infatti
mi ha dato una grazia particolare, quella che spesso la mia azione o la mia
presenza riesca a far venire allo scoperto il peccato che si annida nell’animo
dell’uomo, nel mio e in quello degli altri, e questo talvolta comporta
sofferenza e lacerazioni. Ma è una grazia che si vive appunto nella
partecipazione alla croce di Cristo. Chiamato a stare ai piedi della croce di
Cristo, ho però avuto la grazia di trovarmi, come il discepolo prediletto, in
compagnia della Madre Addolorata: è come se Cristo stesso il giorno della
mia nascita mi avesse affidato a Maria. Potrei
dire che la devozione alla Madonna, nella mia vita, è nata con me.
Qualcuno potrebbe chiedersi
perché abbia raccontato oggi tutto questo: l’ho fatto perché, se la
confessione, per un cristiano, come ci ricorda il grande sant’Agostino, è
anzitutto confessione di lode, narrazione delle “gesta di Dio” che si sono
sperimentate nella propria vita, anch’io, con queste mie - piccole e povere -
confessioni ad alta voce, vorrei dare lode al Signore per le cose grandi
che ha operato in mio favore: non è
proprio questo che il grande Agostino ci testimonia appunto nelle sue
confessioni ? Non ho la pretesa di paragonarmi al Santo di Ippona, ma
vorrei offrire umilmente la mia
testimonianza perché anche altri possano essere aiutati a rileggere nella
propria storia la presenza di Dio: se nella Bibbia ci viene testimoniato
come il Dio che entra nella storia dell’uomo ed è presente nella vicenda
esistenziale di questi fin dal suo essere concepito nel grembo della madre,
allora già la nascita di un uomo (anche nelle sue modalità di tempo e luogo)
porta inscritti i segni della sua
vocazione e della sua missione. Sta a noi poi riuscire a decifrarli.
Dunque il confessarsi è sempre un
qualcosa che va al di là del semplice raccontare se stesso o le proprie idee o
le proprie vicissitudini , è il mostrare come storia di Dio e storia
dell’uomo si intrecciano nell’unica storia della salvezza
Perché la croce non è mica uno
scherzo. Ma il Signore ha voluto aiutarmi: si dice che chi nasce di
venerdì sia “senza fiele”, dato che il
venerdì è il memoriale della morte del Cristo (e il fiele del peccato se 'è preso lui) e quindi del perdono per tutti i
peccatori, chi nasce il venerdì si dice che non sappia odiare o tenere rancori.
E meno male che io sono nato il venerdì santo: altrimenti come fare a
perdonare il fratello o il confratello che ti pugnala alle spalle ?
Ma Pasqua non è solo il venerdì
santo: c’è il sabato santo, ed è il giorno del riposo nel sepolcro, del
silenzio, della riflessione...
E poi c’è la domenica di
Pasqua : il giorno della gioia e del rinnovamento. Anche qui il Signore mi
ha voluto bene : mi ha fatto nascere il venerdì santo, ma almeno mi ha
fatto nascere in un paese dove la domenica di pasqua “il gioia” della
resurrezione si celebra davvero !
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