sabato 25 giugno 2016

Otium et negotium

Questo tempo segna l’ingresso nel periodo estivo e l’inizio delle vacanze : confesso che quest’anno direi proprio “sospirate” vacanze, perché la stanchezza fisica di un anno scolastico e pastorale per me pieno di attività e sorprese comincia a farsi sentire e con questa  la voglia di cambiare ritmo di vita per qualche giorno, dando più spazio alla riflessione e alle letture. “In agello cum libello vera quies” : in un piccolo campo con un piccolo libro c’è la vera quiete, così recita un detto latino affisso alle pareti della casa di campagna di un amico sacerdote, e questa è una sacrosanta verità. Benedetta calura estiva che ci obbliga alle soste forzate del nostro attivismo : quell’attivismo che ci ingenera una idea pericolosa : che l’uomo valga per il suo fare e non per il suo essere. Quanto spesso si sente giudicare un uomo con l’enumerazione delle sue imprese, quanto poco invece per le sue qualità intrinseche. Più passa il tempo più mi rendo conto invece di come a volte un attivismo quasi forsennato nasconda il vuoto : delle idee, delle scelte di fondo, dei valori veri. E’ facile passare da un appuntamento all’altro, da un incontro all’altro, da un convegno all’altro, da una attività all’altra : ma non credo che solo questo faccia di noi delle persone “impegnate” se il nostro “agere, operari” non deriva dal nostro “esse”. Ho l’impressione però che di questi tempi sia proprio la cura per l’essere che sia venuta a mancare, a meno che non si faccia coincidere l’essere con l’apparire ! Se si dimentica questa priorità dell’essere sull’agire stesso, se si giudica l’altro solo in base alla sua produttività materiale o quantomeno visibile, allora non sorprende la domanda sull’utilità dello studio delle materie umanistiche e filosofiche ad esempio,  o quella che a volte ritorna anche in campo ecclesiale sull’utilità delle suore di clausura che passano il tempo a pregare ! Cosa produce un libro o una preghiera ? Apparentemente non sposta il mondo di una virgola, eppure... io faccio parte di quella minoranza che crede che il mondo sia cresciuto più con le tragedie greche che con la rivoluzione bolscevica, che Francesco d’Assisi abbia dato al mondo più di tanti re e regine,  tanto per fare qualche esempio ! Come confesso di stimare di più le persone e gli amici che camminano più con la testa che con le gambe ! Benedette allora quelle occasioni che ci danno l’opportunità di coltivare anzitutto noi stessi : “cultura” non significa proprio questo ?  
In questo anno giubilare di “remissione” di tanti pesi, allora voglio anch’io alleggerire i miei lettori del peso di una mia “confessione” impegnativa e seriosa che non si addice al fresco di un pergolato : a patto però che sia sostituita da quell’autentica esperienza di “otium” che rinfranca il corpo e lo spirito. I “negotia” possono aspettare !

A tutti i miei lettori dunque buone vacanze !

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