mercoledì 16 ottobre 2013

Omelia per i 13 giovani eritrei annegati nello sbarco a Sampieri e Letture della Parola di Dio

La vista di quelle imbarcazioni oscillanti sulle onde mi ha richiamato alla mente l’episodio evangelico della tempesta sul mare di Galilea: gli apostoli impauriti per la paura di affondare e annegare e il Cristo che dorme sul cuscino. Alla fine chiedono: “Signore, non ti importa che noi moriamo?” Gesù si alzerà e metterà a tacere il mare.
Ma oggi, davanti a questo stillicidio di morti che il mare inghiotte come il biblico Leviatano, siamo noi a chiedere, a chiederci, a chiedergli: “Signore, ma non ti importa che questi tuoi figli, questi nostri fratelli muoiano? Signore, ma tu dormi? Signore dove sei?”
La scena straziante cui abbiamo appena assistito mi ha richiamato quella degli altri giorni, quando da tutti i fratelli e le sorelle eritrei venuti per la penosa processione per il riconoscimento dei cadaveri si è levato alto un unico e ripetuto grido. “Signore, dove sei? Perché permetti tutto questo?”
Un non credente qui potrà sentire un fardello minore, ma chi crede in Dio sa che questo è il momento oscuro della fede, l’ora in cui alla domanda dell’uomo risponde il silenzio di Dio: come alla protesta accorata di Giobbe Dio risponde col silenzio, anzi richiedendo altrettanto silenzio da parte dell’uomo.
Giustamente il salmo ci fa dire: “Per te o Dio il silenzio è lode”: oggi è il giorno del silenzio, perché, come ammoniscono le Lamentazioni: “è bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore”.
E se noi osiamo rompere sommessamente questo silenzio lo facciamo solo perché spinti dal desiderio di trovare conforto nelle parole della Scrittura per il nostro dolore, per trovare in queste parole l’eco della sua Parola.
Anzi per ridire con le sue parole la nostra domanda, la nostra ricerca del senso di quanto sta avvenendo.
Ecco perché abbiamo voluto rileggere nelle parole di Isaia anzitutto il dolore e lo sgomento per quanto sta avvenendo, per le scene di orrore inesprimibile che in questi giorni sono davanti ai nostri occhi: la fuga di fugge l’oppressione e la spada, l’invito a soccorrere chi peregrina nel deserto dandogli da bere, porgendogli del pane…
Ma è proprio in questo buio del dolore che Isaia invita ad accendere la luce della fede: anche questo ha un termine, anche per questo ci sarà una fine: Dio riscatterà il suo popolo, riscatterà il dolore innocente.
Ci verrebbe da chiedere: e quando Signore? “Ma mille anni per te sono come il giorno di ieri che è passato”.
Ma in fondo non ci interessa saperlo: sappiamo solo che Dio mantiene le sue promesse.
E dunque tutto questo finirà.
Oggi importa invece rialzare di nuovo lo sguardo, aprirsi alla speranza, guardare al futuro: a ciò che verrà.
Anzi, a Colui che verrà!
Oggi siamo qui per rinnovare la nostra confessione di fede in Colui che ha preso sulla sua croce tutto il dolore del mondo: anche la morte di questi nostri fratelli è assunta e riscattata nella sua croce.
E Lui oggi si rivela a noi come Alfa e Omega, cioè come il principio e il fine della storia, cioè il senso stesso del vivere e del morire.
Lo abbiamo ascoltato nella seconda lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse.
Noi oggi guardiamo a lui come al risorto e al vivente, come all’escaton, il compimento di tutta la storia, anzi della creazione stessa.
No, oggi non stiamo registrando un fallimento: siamo qui per dire che stiamo andando incontro a Colui che è il veniente, colui che sempre viene, viene a salvare: no la morte non avrà l’ultima parola.
Noi attendiamo i cieli nuovi e la terra nuova.
Alla fine il mare restituirà i suoi morti, anzi scomparirà del tutto: perché nella Bibbia il mare è simbolo del male che tutti vorrebbe trascinare nei suoi vorticosi abissi. Ma alla fine dovrà arrendersi, davanti alla vittoria di Colui che siederà vincitore sul trono della storia.
E sarà asciugata ogni lacrima. E non ci sarà più né pianto né morte.
Ma il Cristo che siederà sul trono siederà come giudice: per dare ad ognuno secondo le proprie opere.
E allora ne siamo certi anche i nostri tredici fratelli ascolteranno il suo invito: venite benedetti dal Padre mio.
E davvero saranno beati, la loro sorte sarà invidiabile, perché riceveranno quanto promesso dal Cristo, come abbiamo oggi ascoltato nel vangelo secondo  Matteo: beati i perseguitati, beati coloro che hanno fame e sete di giustizia…
Sì, saranno veramente saziati: quella fame e sete che pensavano poter estinguere qui sulla terra, sarà finalmente saziata in Cielo da colui che per noi si è fatto pane di vita e fonte di grazia.
E sarà fatta giustizia.
Solo così sarà fatta giustizia per i poveri e gli oppressi, contro i potenti e gli oppressori: non dimentichiamoci del giudizio di Dio. Giacché ognuno sarà esaminato sulla propria condotta.
Oggi ci viene ricordato che ognuno deve vivere e agire responsabilmente per contribuire a condurre la storia verso l’incontro col suo Signore.
Se noi oggi volgiamo lo sguardo inorriditi davanti a queste immani tragedie è perché sentiamo che questo non rientra nel progetto divino: lo ha ricordato anche papa Francesco a Lampedusa e nuovamente per la veglia per la pace in Siria e in tutto il mondo.
No non era questo, non è questo il progetto di Dio: Dio ha affidato all’uomo la creazione per custodirne la vita, non per coltivarne la morte!
Dio rivelandosi Padre ci rivela come fratelli chiamati a servire non a servirci l’uno dell’altro.
Chi stravolge il progetto di Dio, chi calpesta l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, dovrà rendere conto di questo a Dio.
Noi oggi qui non esprimiamo giudizi, non gridiamo alla vendetta, ma ci affidiamo dunque al Dio giudice dei vivi e dei morti: nella Bibbia Dio è colui che giudica, libera e riscatta: a lui affidiamo la sorte dei nostri fratelli e le sorti del mondo intero.
Ma noi oggi, mentre affidiamo alla misericordia del Signore questi nostri fratelli, chiediamo la grazia di vivere responsabilmente, ognuno nel suo ruolo, e per quanto sta ad ognuno di noi di adoperarci per costruire un mondo più umano, quel mondo che lui ha voluto come anticipo e primizia del regno di fraternità e di pace.
Solo così la morte di questi tredici, come delle altre centinaia di fratelli non sarà stata vana.

Il Signore dia la grazia a quanti soffrono e piangono di sperimentare la sua vicinanza e la sua consolazione e di superare con coraggio questo momento di prova, poiché, come abbiamo pregato, il Signore è la forza del suo popolo.

PRIMA LETTURA
Dal Libro del profeta Isaia

Oracolo sul deserto del mare. 
Una visione angosciosa mi fu mostrata: 
il saccheggiatore che saccheggia, 
il distruttore che distrugge. 
Per questo i miei reni tremano, 
mi hanno colto i dolori come di una partoriente; 
sono troppo sconvolto per udire, 
troppo sbigottito per vedere. 
Smarrito è il mio cuore, 
la costernazione mi invade; 
il crepuscolo tanto desiderato 
diventa il mio terrore. 

Oracolo sull'Arabia. 

Nel bosco, nell'Arabia, passate la notte, 
carovane di Dedan; 
andando incontro agli assetati, 
portate acqua. 
Abitanti del paese di Tema, 
presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro. 
Perché essi fuggono di fronte alle spade, 
di fronte alla spada affilata, 
di fronte all'arco teso, 
di fronte al furore della battaglia. 
Poiché mi ha detto il Signore: "Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di Kedàr. 
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE  PER IL FUNERALE DELLE 13 VITTIME DEL NAUFRAGIO
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano 
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. 
I giusti invece si rallegrino, 
esultino davanti a Dio e cantino di gioia. 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Padre degli orfani e difensore delle vedove 
è Dio nella sua santa dimora. 
Ai derelitti Dio fa abitare una casa, 
fa uscire con gioia i prigionieri; 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, 
quando camminavi per il deserto, 
la terra tremò, stillarono i cieli 
davanti al Dio del Sinai, davanti al Dio di Israele. 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Pioggia abbondante riversavi, o Dio, 
rinvigorivi la tua eredità esausta. 
E il tuo popolo abitò il paese 
che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero. 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Benedetto il Signore sempre; 
ha cura di noi il Dio della salvezza. 
Il nostro Dio è un Dio che salva; 
il Signore Dio libera dalla morte. 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, 
la testa altèra di chi percorre la via del delitto. 
Ha detto il Signore: "Da Basan li farò tornare, 
li farò tornare dagli abissi del mare, 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Dispiega, Dio, la tua potenza, 
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi. 
Verranno i grandi dall'Egitto, 
l'Etiopia tenderà le mani a Dio. 
Rit.  Il Signore è la forza del suo popolo
Regni della terra, cantate a Dio, 
cantate inni al Signore; 
Riconoscete a Dio la sua potenza, 
la sua maestà su Israele

SECONDA LETTURA PER IL FUNERALE DELLE 13 VITTIME DEL NAUFRAGIO
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso.
Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. 
Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono.
Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita.
I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. 
Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. 
Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. 
E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco. 
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. 
Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 
Udii allora una voce potente che usciva dal trono: 
"Ecco la dimora di Dio con gli uomini! 
Egli dimorerà tra di loro 
ed essi saranno suo popolo 
ed egli sarà il "Dio-con-loro". 
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; 
non ci sarà più la morte, 
né lutto, né lamento, né affanno, 
perché le cose di prima sono passate". 
E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose";
e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. 
Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, 
il Principio e la Fine. 
A colui che ha sete darò gratuitamente 
acqua della fonte della vita. 
Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; 
io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. 
Parola di Dio

VANGELO PER IL FUNERALE DELLE 13 VITTIME DEL NAUFRAGIO
« Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli »   (
Matteo 5,3-12)

Nessun commento:

Posta un commento

IO ACCUSO…

Tra epidemia e calura estiva è passato sotto silenzio un importante responso della Congregazione della Dottrina della fede e approvato in pr...