mercoledì 16 novembre 2016

Dio c’è? Chi è? Cosa ci chiede?

1. Premessa: la quaestio su Dio oggi

1. Il dramma dell’umanesimo ateo (H. De Lubac)
1. Hegel: Dio autocoscienza dell’uomo
2. Nietsche: Dio rivale dell’uomo <<Se vi fossero degli dei, come potrei sopportare di non essere dio! Dunque non vi sono dei!>>
3. Comte: Dio favola dell’uomo-bambino
4. Feuerbach – Marx: Dio alienazione dell’uomo
5. Freud: Dio proiezione dell’inconscio
6. Sartre: l’esistenzialismo ateo e l’assurdità del vivere
7. Camus: l’uomo in rivolta contro Dio: il creato non depone a suo favore.
8. J. Prevert: <<Padre nostro che sei nei cieli, restaci!>>
9. J.Monod: Dio? No! Il caso o la necessità. Lo scientismo autosufficiente.
  I maestri del sospetto: l’emancipazione dell’uomo ormai adulto.
  Il dramma: <<Non è vero che l’uomo possa organizzare la terra senza Dio. E’ vero piuttosto che, senza Dio, egli non può che organizzarla alla fin fine contro l’uomo>> (De Lubac)

2. Secolarizzazione e ateismo postmoderno
L’ateismo postmoderno non è preoccupato di dimostrare filosoficamente che Dio non esiste, di arrivare a conclusioni teoretiche, piuttosto egli vive praticamente come se Dio non esistesse:
  vivere come se Dio non ci fosse: “etsi Deus non daretur”
Il neo ateismo non si presenta in modo culturalmente elevato, ma “isterico”, manchevole di argomentazioni filosofiche e cedevole a teorie di moda variamente ripetute che riescono a impressionare il pubblico ostentando sicumera e insolenza.
Si fonda su due pregiudizi:
lo scientismo che riduce la scienza a religione, a ideologia
l’idea che la filosofia sia per sua natura atea o quanto meno agnostica (cfr. Kant)

2. <<Niente è più incredibile di una risposta data ad una domanda non fatta>> (F. Ventorino)

1. Ritornare a pensare
Heidegger: <<vivamo un tempo di povertà e distretta… ma la verà povertà sta non nella mancanza di Dio , ma nel fatto che gli uomini non soffrono più della mancanza di Dio … Non credono in Dio non perché è diventato per loro incredibile, bensì perché essi stessi hanno distrutto la possibilità di credere in quanto non sono più in grado di cercare Dio e non sono più in grado di cercare perché non pensano più>>.
  pensare è cercare, domandare:
  la domanda è la forma più alta del sapere:
  pensare è interrogarsi sul senso dell’esistenza: <<l’uomo è un essere a forma di domanda>>(E. Jabes)

2. Risvegliare la domanda
  prima di fare la proposta di Dio occorre far emergere la domanda su Dio
  il coraggio di riprendere a domandare: <<All’insinuante domanda, da dove vieni Uomo?, io rispondo: da mio padre e da mio madre, e ci fermiamo qui>> (Nietsche)
  educare significare aiutare a saper porre le domande giuste: chi sono? donde vengo? dove vado? che senso ha la vita? E la morte? Cosa posso fare? Per chi sono io?
3. Dimensione esistenziale della domanda
  educare significa aiutare a vivere la vita nella dimensione della domanda
  educare significa invitare a “custodire” la domanda, con pazienza: <<Vorrei pregarla , per quanto posso, di avere pazienza verso quanto non è ancora risolto nel suo cuore e di avere care le domande stesse come stanze serrate e libri scritti in una lingua molto straniera. Non cerchi ora risposte che non possono venirvi date perché non le potreste vivere. E di questo si tratta, di vivere tutto. Viva ora le domande. Forse vi insinuate così a poco a poco, senza avvertirlo, a vivere un giorno lontano la risposta>> (R.M. Rilke, Lettera a un giovane poeta).
  la domanda sul senso coinvolge tutti gli aspetti della vita: unitarietà della persona umana, intelletto, volontà, affetti
  no ai fraintendimenti
intellettualistici,
volontaristici,
sentimentalistici.

4. Al centro della domanda: la domanda sull’essere
Il filoso credente Copleston domandò a Bertrand Russel << perché c’è l’essere e non il nulla? >> Questi gli rispose che non gli interessava la risposta perché era sufficiente l’esistenza. Copleston gli rispose che aveva smesso di pensare troppo presto.
  la domanda sull’essere fonda tutte le domande sul senso
  la domanda sull’essere è espressa nella domanda su Dio
  con la parola “Dio” indichiamo l’Essere assoluto, alla radice di ogni esistenza particolare
  << o si pensa teologicamente o non si pensa affatto>> (W. Benjamin)

5. Dell’Essere, o di Dio
Io sono: dunque qualcosa c’è!
qualcosa c’è, dunque qualcosa è!
  ogni essere ha dentro di se o fuori di sé la ragione del proprio essere:
l’essere contingente
l’essere ab-solutus, sciolto da ogni contingenza
  Dio come sorgente dell’essere = il Dio Creatore
  la via della creazione = dalla creazione al Creatore
Credere in Dio significa credere nei miracoli, a partire dal miracolo dell’esistenza stessa delle cose.
  la via del cuore = la via dell’interiorità: “Noli ire foras, in interiore hominis…”
Credere in Dio significa trovare il senso alla propria esistenza, la realizzazione a cui aspira ogni uomo


6. Il luogo dove nasce la domanda
lo stupore: il senso religioso

7. La ragione e la conoscibilità di Dio
la conoscenza razionale di Dio 
  educare significa aiutare a saper cogliere la ragionevolezza del credere: cfr. Paolo ai Romani
8. La risposta
la domanda implica la risposta? 
nella domanda c’è la risposta
l’uomo “capax Dei”
3. C’è Dio? Chi è Dio? 

1. La via della analogia entis
an sit Deus
quid sit Deus
quis sit Deus
quomodo sit
ubi sit Deus

2. Di quale Dio parliamo
  la risposta delle filosofie
  la risposta delle religioni
I falsi dei etici
I falsi dei filosofici
i falsi dei teologici
l’ateismo e il laicismo come religioni!
No ad una concezione utilitaristica di Dio: il Dio tappabuchi
No al Dio-fai-da-te: folklorismi, new age, bricolage delle credenze
No a mettere le maschere a Dio
  continua purificazione della nostra immagine di Dio

3. Dire che Dio c’è non significa affermare ipso facto la sua completa conoscibilità
4. Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio ce lo ha rivelato. 

1. Il Dio “in sé”

2. Rivelazione come automanifestazione libera e gratuita di Dio
un Dio che “Parla”
un Dio “Persona”

3. Creazione come rivelazione
<<i cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annunzia il firmamento, non è linguaggio, non sono parole di cui si oda il suono>>
  Attenzione ai monismi panteistici: Spinoza, Deus sive natura

4. Storia come rivelazione
un popolo
una terra
una promessa
una alleanza
una legge
  Attenzione al liberalismo protestante e al modernismo cattolico: rivelazione come esperienza religiosa soggettiva e non come accadimento extra nos

5. Il logos incarnato come pienezza della rivelazione
cfr. Giovanni: In principio era il Logos…
  è lo stesso logos creatore che s’incarna: nel verbo incarnato creazione e storia si incontrano
  lo stesso logos fonda fides e ratio
Il figlio ce ne ha fatto l’esegesi: 
  il figlio rivelatore del Padre
  sappiamo chi è il Padre solo attraverso quello che ci ha detto il Figlio
nello Spirito
Il mistero di Dio uni-trino

5. Cosa vuole Dio da noi? Vivere la fede, vivere di fede.

1. l’offerta di una amicizia

2. il Dio-con-noi

3. il Dio-per-noi

4. per grazia

5. amicizia come salvezza: il riscatto dal peccato

6. l’offerta di una vita nuova: la loghikè latreia 

7. la Chiesa come “luogo” dove vivere nella libertà di figli



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