sabato 26 dicembre 2015

Laicità o anticlericalismo?

L’Italia è il paese delle dietrologie (“chissà quali progetti politici ci stanno sotto - qualcuno si chiede, ad esempio, non appena i cattolici scendono in piazza, o – forse la ricostituzione del partito cattolico? Quanti voti stanno raccogliendo per le prossime elezioni?” ), è la nazione in cui non si riesce assolutamente ad uscire dal “particolare” e a pensare un po’ più in grande e al di là dei propri interessi , è la patria di un preteso laicismo che in realtà è solo sinonimo di anticlericalismo! Certe espressioni e certe prese di posizione ricordano l’atteggiamento massone e liberale che si respirava al tempo dell’unità d’Italia. In Italia la Chiesa fa comodo solo quando si allinea sulle posizioni degli altri “illuminati”, se invece si azzarda a rimanere fedele al suo mandato e canta “fuori dal coro” allora non ha più diritto di parola! Bella libertà e democrazia! Un esempio: in qualsiasi libreria della laica Francia si possono trovare Bibbie e le pubblicazioni delle editrici cattoliche; in Italia questo non avviene nemmeno per sogno: noi cattolici abbiamo dovuto creare le librerie “cattoliche” per poter vendere i nostri libri ( con le conseguenze economiche che si possono immaginare). Allora di quale laicità si parla? Di quale valori dell’Illuminismo cui molti si richiamano si discute? Peccato: spesso in tante situazioni si perde l’occasione di fare silenzio e, meglio ancora, di dare mostra di non essere schiavo dei propri pregiudizi. Perché si sbaglia sempre la domanda di fondo: non è detto che si debba essere  necessariamente “contro” qualcuno! Lo ha ribadito lo stesso Papa Giovanni Paolo II nella sua ultima giornata dei giovani a Roma, quando ha ricordato ai giovani che il secolo uscente ha visto tante altre adunate oceaniche: chiamati a raccolta per essere mandati contro qualcuno, seminando odi e rancori. Stavolta – ha detto il Papa – non è così: voi non siete mandati contro qualcuno, voi siete mandati “per” qualcuno, per il fratello, ogni fratello, che voi incontrerete sul vostro cammino, per creare un mondo di fraternità, una civiltà dell’amore. Il fuoco da accendere è ben diverso da quello dei nazionalismi, da ogni particolarismo che inevitabilmente sfocia in conflitti e guerre, è il fuoco dell’amore: citando Caterina da Siena (e chi può negare alla mistica la sua “passione civile”?) il Papa ha detto ai giovani “se avrete il coraggio di essere quello che dovete essere, brucerete il mondo”! Perché chi parla di libertà, fraternità e uguaglianza invece non è contento di questo?


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