mercoledì 8 gennaio 2020

BREVE INTRODUZIONE ALL’ETHOS CRISTIANO: RADICI BIBLICHE DEL PROBLEMA MORALE


ALCUNE PREMESSE:

1. Etica filosofica…

l’etica filosofica prende l’avvio dalla ragione umana e da una idea-principio fondativo dell’agire umano indicato come “bene” (e il cui risvolto negativo è indicato come “male”). Lungo la storia abbiamo avuto varie etiche filosofiche:
Ø Platonismo: la ricerca del bene (idea della perfezione assoluta) in dimensione personale e comunitaria;
Ø  Aristotele: l’eudemonismo etico (ricerca della felicità come il bene massimo per l’uomo);
Ø  Stoicismo: vivere conformemente alla natura secondo la ragione (il logos umano partecipa del logos divino = legge naturale);
Ø  Kant: l’autonomia della morale e l’imperativo categorico
Ø  Hegel e l’idealismo: il dispiegarsi nella storia dei valori dello spirito

2) … ed ethos cristiano

 l’ethos cristiano prende l’avvio dalla riflessione biblica: non presenta una trattazione sistematica dell’agire morale
Ø  Ebraismo e cristianesimo non si possono considerare “religioni” in senso stretto (se non per la loro manifestazione esterna, fenomenologica) ma sono fondati su una “esperienza di fede”:  Cristianesimo ed ebraismo: => fede vissuta nella storia come risposta al Dio che si rivela
Ø  Il punto di partenza: l’esperienza di Israele del “Dio-con-noi”
Ø  Ortodossia (il giusto credere) e ortoprassi (una vita giusta): due facce di una stessa medaglia.
Ø  Bibbia: non un trattato di teologia, ma la testimonianza dell’esperienza di Israele e delle sua riflessione sul suo rapporto con Dio.

1. L’ALLEANZA: TRA OBBEDIENZA E INFEDELTÀ

1) L’esperienza fondativa:
Dio propone a Israele di diventare suo “partner” => gli dimostra la sua fedeltà nello stargli accanto anche nei momenti difficili (cfr. schiavitù e liberazione pasquale) => richiede a Israele altrettanta fedeltà => decalogo come patto di alleanza: <<voi sarete il mio popolo, io sarò il vostro Dio>> => “obbedienza” come fedeltà al patto (cfr. Shemà Israel: ascolta Israele…)
2) La scelta etica di fondo: opzione fondamentale per Dio!
ð  spazio della morale: tra chiamata divina e risposta umana
ð  spazio del libero arbitrio
3) moralità = “fare il bene/evitare il male” = fare ciò che Dio vuole/non fare ciò che Dio non vuole
ð  fedeltà “morale” dell’uomo nei riguardi di Dio
ð  è bene ciò che Dio ha stabilito che sia bene, è male ciò che si oppone al bene stabilito da Dio.
ð  immoralità = idolatria => Maligno = chi rifiuta Dio, chi si oppone a Dio => peccato = infedeltà a Dio
4) Cosa è bene?
il Dio che libera e sceglie Israele è il Dio creatore, il Dio unico: <<E Dio vide che ciò era buono>>! => il bene è l’ordine della creazione => la creazione è riflesso della bonta stessa di Dio! Dio è il bene/buono: l’uomo decidendosi per Dio di fatto sceglie il bene (e viceversa) => può farlo perché fatto a immagine e somiglianza di Dio (legge naturale e coscienza) => Superamento della dialettica eteronomia-autonomia della legge morale: se il Dio salvatore-legislatore è anche il Dio creatore allora i principi etici fondamentali sono anche i valori della legge naturale iscritta nel cuore di ogni uomo
Nota: bene-male, non simmetricamente equivalenti
ð  il male è mancanza di bene (S. Agostino: <<carentia entis in subiecto cui debetur>>)
ð  il male fa ricadere la creazione nel caos.
ð  Malvagio = stolto: non sa cogliere il bene/ordine di Dio della creazione
ð  peccato come fallimento della propria esistenza nell’ordine della creazione
Ø  fondazione storica della norma: <<Io sono il Dio che ti ha fatto uscire… osserva…>>
Ø  fondazione antropologica-naturale della norma: la Torà come Sapienza ordinatrice (architetto) della creazione (legge naturale, nel cosmo e nell’uomo)
Ø  “cuore”(intelligenza e volontà) come luogo della osservanza della norma etica, delle scelte tra bene e male (due cuori!!!) => superamento del legalismo => la vita morale deve essere riflesso della vita interiore => contro ipocrisia => culto subordinato alla morale (cfr. il profetismo)
Ø  l’autenticità della vita morale continuamente sottoposta al rischio del fallimento
Ø  conversione (meta-noia=cambiamento di mentalità).

2. LA RIFLESSIONE SAPIENZIALE

La crisi della moralità tradizionale fondata sull’idea della retribuzione: fai il bene e sarai premiato, fai il male e sarai punito…
=> Giobbe: la moralità non può essere fondata su una visione cosmico-antropologica ma in una visione teo-logica: l’unico motivo per compiere il bene è la fede nella alterità (= santità) di Dio! Dio non può essere concepito solo come fonte dell’ordine mondano ma ha una “sua sapienza” che può essere colta non attraverso l’osservazione del mondo e della sua perfezione (cfr. cinque vie di San Tommaso!!!) né attraverso la proiezione di progetti antropologici sull’agire umano (cfr. il rifiuto della teodicea da parte di Giobbe) ma solo attraverso la sua auto-rivelazione.
=> Qoelet: al di là dell’apparente relativismo, l’invito a godere delle gioie vere della vita Qoelet si presenta come il vero saggio, capace di cogliere la vera sapienza divina anche nella sua apparente contraddittorietà. La posizione del Qoelet è all’opposto dell ybris greca: il vero sapiente è il pio!
=> Siracide e Sapienza: l’atteggiamento fondamentale = timore/amore per il Signore => rifiuto dell’ingiustizia e amore attivo per il prossimo => la sapienza divina sarà svelata al giusto dopo la morte.
L’uomo empio? Il nichilista che chiama bene il male e male il bene!
Ø  remunerazione intramondana => remunerazione ultraterrena => prospettiva escatologica
Ø  rimane una domanda: ammessa la rivelazione escatologica definitiva inchi si comprenderà pienamente il progetto di Dio e il suo agire, se intanto l’uomo è nella storia ed è chiamato a scegliere la giustizia e rinnegare l’empietà, con quali strumenti può fare queste scelte? se il bene (e il male) sono fondati da Dio come essere sicuri di quale sia realmente il suo volere?

3. LA RIVELAZIONE DI DIO IN GESÙ CRISTO

1) Cristo come pienezza della rivelazione di Dio:
Ø  Matteo: Gesù vera Torà = <<vi è stato detto ma io vi dico…>>
Ø  Luca: Gesù sapienza del Padre = cfr. Gesù fra i dottori del tempio
Ø  Giovanni: Gesù logos incarnato = <<Dio nessuno l’ ha mai visto, il Figlio ce lo ha spiegato>>
Ø  Paolo: la vita nuova grazie al Figlio nello Spirito
2) non l’abolizione della Torà ma il suo compimento: <<non crediate che sia venuto ad abolire al legge ma a portarla a compimento>>
ð  la Torà come pedagogo, guida per prendere consapevolezza della propria umanità e del proprio peccato e della necessità della grazia
ð  Legge come strumento per vivere nella libertà dello Spirito le varie situazioni storiche della vita nei vari stati di vita
ð  cfr. ripresa elenco vizi e virtù (stoicismo) ma riletti sotto la luce della carità cristiana => cfr. Inno alla carità

4. LA GIUSTIZIA SUPERIORE DEL REGNO: <<cercate il Regno di Dio e la sua giustizia>>

Ø  Cristo annuncia la radicale alterità di Dio e del suo agire (e quindi del suo giudicare: cfr. Mt 25)
Ø  la predilezione di Dio per i poveri (i peccatori e gli emarginati, scarti e diversi) che sono i destinatari dell’azione benefica di Dio)
Ø  giustizia manifestata dalle opere buone
Ø  giustizia espressa nel comandamento massimo (amerai il Signore tuo Dio… il prossimo…) e nuovo (amatevi come io vi ho amato: dare la vita fino al perdono e all’amore per i nemici).
Ø  la vita nuova come culto spirituale, Loghikè latreia, cfr. Rm 12.
5. LA SEQUELA COME CIFRA DELL’ETHOS CRISTIANO
Cosa è giusto per Gesù? <<maestro, che debbo fare per avere la vita eterna?>>
·         <<osserva i comandamenti…
·         …poi vieni e seguimi>>
ð  Se ebraismo e cristianesimo come qualsiasi esperienza umana ricomprendono necessarie premesse etiche, a partire da quella fondamentale “persegui il bene, evita il male”, tuttavia non si possono considerare come esperienze etiche alla pari con altre scuole filosofiche: la riduzione del cristianesimo ad etica ne snaturerebbe intimamente la sua essenza!
ð  Se si può concordare che il bonum è l’uomo in quanto tale ed è bene quanto favorisce l’uomo e la sua realizzazione integrale e la promozione della sua dignità, il problema nasce dalla contrapposizione di visioni antropologiche diverse per cui riesce difficile concordare su quale sia la vera essenza dell’uomo: la domanda più che sul bene e sul male deve essere spostata su cosa è l’uomo! Per il cristianesimo l’uomo come typos dell’ethos è Cristo stesso!

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