mercoledì 8 novembre 2017

Diciamolo chiaro: l'obiettivo è distruggere il cristianesimo. Ma uccideranno l'uomo.

 
Confesso che non avrei mai pensato di vivere tempi di confusione come quelli che stiamo vivendo. O meglio, più che confusione, tempi in cui è difficile districarsi tra ciò che sembra, che appare, e ciò che sta realmente sotto le cose, la verità di persone ed eventi. Tale è il punto di mistificazione cui si è arrivati, in cui sembra che ci muoviamo sempre di più nell’universo pirandelliano del “così è se vi pare”. Solo che la decisione su quello che “pare” non è lasciata in ultima analisi al soggetto ma è già frutto di un imbonimento di base, in cui c’è un terzo che muove le fila, tra ciò che è e ciò che pare, per cui tra soggetto e oggetto c’è un terzo  che stabilisce a priori ciò che è e ciò che deve apparire. Mi scuso per questa introduzione “filosofica” che ad alcuni può sembrare quasi pedante, ma è per avere un modo per cominciare a cercare di capire, cercare di avere chiavi di lettura atte a comprendere meccanismi che altrimenti ci sembrano incomprensibili o che volutamente sembrano fatti apparire, al contrario, di una semplicità e logicità dalla evidenza lapalissiana. In questo, ad esempio, grande ruolo gioca il “politically correct” nello stabilire come una cosa si possa dire o non dire e come si debba dirla: quasi la realizzazione della profezia sulla “neolingua” che Orwell nel suo 1984 aveva prognosticato come lo strumento per la riscrittura della storia e delle menti ad opera del “grande fratello”. Che non è solo l’occhio guardone che sbircia nelle stanze da letto di vip e ignoti, ma l’occhio e la mente di lobby di potere che tendono a plagiare le masse, che perdono sempre più capacità di discernimento autonomo e si ritrovano sempre più eterodirette, così che piccole minoranze riescono ad imporsi sempre facilmente su maggioranze obbedienti alle nuove parole d’ordine.

Così, magari, tu credi di stare lottando per un ideale, di impegnarti per la realizzazione di un principio e in realtà sei lo strumento inconsapevole di piani strategici che hanno altre mire ed altri scopi.

Esemplifico, così evito l’accusa di fare astrattismi. Anche se una riflessione del genere, che comporta vari livelli di lettura (si pensi ad esempio al rapporto tra politica e società, al ruolo dei soggetti in una democrazia compiuta, al senso da dare ad un vero concetto di laicità, al rapporto tra singoli e società…) richiederebbe uno  spazio ben più ampio di un articolo di giornale.

Si pensi alla spinta emotiva ed ideale per l’accoglienza, il dialogo, il rispetto per la diversità, la tolleranza: chi potrebbe mettere in dubbio così alti principi? Nessuno di buon senso, per non parlare di nessuno di buona fede. Eppure c’è chi proprio riesce a giocare sulla buona fede e spingendo sui buoni sentimenti, in realtà spinge su scopi e fini altri e radicalmente diversi da quelli pubblicamente manifestati. Si pensi alla accoglienza e al dialogo, appunto. Ti viene detto che, in nome della accoglienza e del dialogo, tu debba mettere da parte, tra parentesi, le tue idee, le tue credenze, la tua fede religiosa. E così ci viene detto che per rispetto degli altri non si fanno presepi, non si mostrano croci, non si indossano simboli religiosi cristiani, al punto che alcune ditte arrivano a manipolare le foto della loro reclame per togliere le croci dalle fotografie delle chiese, che una squadra di calcio tolga la croce dal suo stemma per non urtare i giocatori della squadra avversaria… esempi se volete ridicoli, se non fosse che ad uno sguardo intelligente, cioè non superficiale e distratto, si scopra come magari all’altro che per supposizione si dovrebbe offendere in realtà non interessa poi tanto che tu mostri i tuoi simboli cristiani e che magari anche lui avrebbe voglia di mostrare i suoi: e scavando ancora di più scopri che in realtà la scusa del rispetto e del dialogo col diverso, con lo straniero, è usato da un “indigeno locale” per combattere la “sua guerra” contro la religione e il cristianesimo in particolare. Già, diciamolo in modo chiaro: c’è nell’Occidente una acredine e una violenta avversione al cristianesimo che sta abilmente sfruttando l’dea del dialogo e del rispetto per far scomparire ogni traccia delle civiltà cristiana, che pure ha segnato, se non forgiato o quanto meno contribuito a forgiare l’identità cristiana del nostro continente. Si pensi alla recente mostra inaugurata a Bruxelles in cui la storia dell’Europa comincia con l’Illuminismo: come se prima non ci fosse stato niente e nessuno. E perciò tu credi di stare impegnandoti per il dialogo e l’accoglienza e in realtà a tua insaputa sei stato mobilitato fra le truppe che stanno muovendo guerra al cristianesimo. Pensavo quanto sia attuale ciò che un altro profeta, G.K. Chesterton, intuì già nel secolo scorso e descrisse in un suo romanzo,  La sfera e la croce.  Qui il “professor Lucifero” e il monaco Michele, viaggianti in aeroplano, sono seduti l’uno accanto all’altro. Quando l’aereo è sopra la cattedrale di Londra, il professore scaglia una bestemmia all’indirizzo della Croce. 

<<Sto pensando se questa bestemmia ti giovi - gli dice il monaco. - Senti questa storia: io ho conosciuto un uomo come te; anche lui odiava il crocifisso; lo bandì da casa sua, dal collo della sua donna, perfino dai quadri; diceva che era brutto, simbolo di barbarie, contrario alla gioia e alla vita. Diventò più furioso ancora: un giorno s’arrampicò sul campanile di una chiesa, ne strappò la croce e la scagliò dall’alto. Andò a finire che questo odio si trasformò in delirio prima e poi in furiosa pazzia. Una sera d’estate s’era fermato, fumando la pipa, davanti ad una lunghissima palizzata; non brillava una luce, non si muoveva una foglia, ma egli credette di vedere la lunga palizzata tramutata in un esercito di croci, legate l’una all’altra su per la collina, giù per la valle. Allora, roteando il bastone, mosse contro la palizzata, come contro una schiera di nemici; per quanto era lunga la strada, strappò, spezzò, sradicò tutti i pali che incontrava. Odiava la croce ed ogni palo era per lui una croce. Arrivato a casa, continuò a veder croci dappertutto, pestò i mobili, appiccò il fuoco e l’indomani lo trovarono cadavere nel fiume>>. 

A questo punto, il professore Lucifero guarda il vecchio monaco mordendosi le labbra e dice: <<Questa storia te la sei inventata!>>.

<<Sì, - risponde Michele, - l’ho inventata adesso; ma essa esprime bene quello che state facendo tu ed i tuoi amici increduli. Voi cominciate con lo spezzare la croce e finite col distruggere il mondo abitabile>>.

Stanno facendo la guerra alla croce e a ciò che essa rappresenta, credendo così di liberare l’uomo da ogni schiavitù e rende il mondo più umano: in verità, togliendo all’uomo la forza umanizzante della fede, che fonda l’etica e la moralità, non si sta facendo altro che abbandonarlo in preda ai suoi istinti brutali e animaleschi: homo homini lupus. Inutile specificare. Si vuole uccidere Dio, si sta uccidendo l’uomo. Mi auguro che si riesca a comprenderlo prima che sia troppo tardi.

 

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